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c.c.
chi è c.c.?
"L'avevano appena trovato morto, con la faccia in su, le braccia aperte, scomparso un pezzo di gamba destra e tutta l'erba in giro inzuppata del suo sangue (chi ha mai telefonato all'Ansa il giorno del ritrovamento, la mattina presto, che quello era il cadavere di Feltrinelli?), che subito cominciava un altro massacro, quello morale, infuriava la pubblica degradazione, veniva a galla la cattiva coscienza della borghesia, perché un suo tipico figlio aveva compiuto qualcosa di estremamente allergico alla sua origine e al suo status."
Una giornalista come la Cederna ha fatto un'epoca. Ha cioè rappresentato quella Milano illuminata, elegante e anticonformista, quella borghesia intellettuale che non ha mai subordinato al meschino guadagno quotidiano le aspirazioni ideali o l'ampio respiro di sentirsi protagonista di una stagione di diritti e di rivendicazioni. Così raccogliere i suoi scritti trasgressivi o "imprudenti", anarchici o ironici, sempre guidati da una sincera voglia di verità che non l'ha mai fatta arrendere davanti ai potenti. Molte le battaglie perse, alcune (importanti) vinte, Camilla ha saputo descrivere dal dopoguerra in poi un'Italia provinciale e bigotta e un'Italia coraggiosa e nuova, con la stessa passione e contemporaneamente con il distacco dato da una superiorità consapevole. Capace di affondi memorabili ha denunciato con i suoi articoli e i suoi libri il degrado della politica (accorgendosene ben prima di Tangentopoli), l'orrore della mafia e i suoi legami con le istituzioni. Ha saputo anticipare giudizi su alcuni personaggi, un tempo solo laterali al potere, in modo tanto lungimirante che oggi vediamo la sua lucida analisi verificata dai fatti. Ma non è solo la politica al centro dei suoi interessi: è la società nel suo complesso su cui la sua penna implacabile si cala. La provincia e Milano, il nord e il sud di un'Italia irrequieta che provoca una crescita ineguale e il fiorire di culture disomogenee.
Così i ritratti degli artisti che hanno fatto grande il nostro paese e che ci hanno aperto a una dimensione europea mettono in luce ancora una volta la sensibilità di questa giornalista così amata e così odiata durante tutti gli anni della sua attività, come viene dimostrato dai vari e discordi giudizi riportati in apertura del volume.
L'epoca degli anni bui, delle stragi e dei misteri irrisolti l'ha vista protagonista, paladina di una ricerca della verità che non si fermava davanti agli ostacoli dell'opportunismo o del "buon senso" e la rara libertà della sua coscienza civile non le è stata quasi mai perdonata. Questa raccolta appare così tanto più preziosa in un momento in cui si sente l'urgenza per il giornalismo italiano di riprendere un ruolo di denuncia, di ricerca e di inchiesta che lo scuota dall'appiattimento a cui sembra volersi arrendere.
A cura di Wuz.it
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