Invidia

L'autrice avrebbe dovuto dedicarsi ad altro, non certo alla scrittura. Storia banale, personaggi come macchiette, dialoghi sgrammaticati da telefilm da quattro soldi ... che altro dire? Mi sorprende che Adelphi abbia accettato di pubblicare un libro simile.

Un romanzo che parte dal niente e conduce al nulla. L’ennesima dimostrazione che non basta saper mettere insieme delle parole per creare una cosa buona. Un acquarello scialbo e senza tinta che sparisce ancor prima di apparire. Un teatrino dove la banalità impera e l’adolescenza è trattata alla stregua di calzini sporchi. Non capirò mai come si possa tessere una tela così inutile dove il nulla venga spacciato per prosa. Altro non saprei che dire.

Non conoscevo l'autrice. Il libro non mi è dispiaciuto, è stato anzi una piacevole compagnia per una lettura veloce e che mi dava voglia di vedere come si sarebbe sviluppato e concluso. Qui secondo me è la nota negativa; il finale... mi ha dato l'impressione di una chiusura "di fretta" e per certi versi superficiale. Per il resto mi è sembrato carino.