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Anno edizione: 2008
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scheda di Coletti, V., L'Indice 1998, n. 1
Com'era prevedibile, Giampaolo Pansa ha continuato la sua rilettura narrativa della nostra storia recente spingendosi ora fino agli anni novanta. L'impostazione è sempre quella alla Remarque, di chi contrappone la purezza, la solidità dei buoni sentimenti privati (l'amore, gli affetti familiari, le amicizie, ecc.) alla durezza, alla sporcizia, alle trappole della vita pubblica che fa da sfondo. Qui è la storia d'amore di due compagni d'infanzia che si ritrovano mentre la prima Repubblica cade sotto il terremoto di Mani pulite, tra le rovine di Tangentopoli. La vicinanza di eventi e personaggi nuoce alla rivisitazione romanzesca: le figure storiche disturbano (a partire dalla stessa, spesso infelice onomastica) i loro equivalenti narrativi. Il dottor Di Paolo, il Preside di Novara, il Segretario della Rosa, il Delfino, ecc. sono ancora troppo ingombranti nella realtà per respirare a pieno nel romanzo. Ma il racconto c'è, eccome. Pansa ci sa fare: anzi, se posso dirlo, la rilettura storica del romanziere risulta persino più convincente e meno forsennata di quella del giornalista dell'"Espresso": basti pensare allo spietato ritratto del mitico giudice Di Paolo, che incarna una spaventosa idea di giustizia senza legge, o alla denuncia (affidata a un troppo riconoscibile esponente della Quercia) del connubio magistrati-giornalisti, che rivela una non comune disponibilità a discutere anche il proprio operato. Pansa adopera la pluralità dei personaggi del suo romanzo per dare voce anche a quelle idee e sensibilità che da giornalista ha sempre vistosamente disprezzato: ad esempio, rivista in chiave narrativa, l'ultima intervista di Guala-Pansa al Segretario della Rosa rende onore anche al giornalista che l'ha suggerita al romanziere: Craxi vi recita una parte tragica, a suo modo nobile, di una cupezza solenne. Il finale del libro, concedendo, in pagine molto commoventi, la precedenza alle ragioni individuali del cuore su quelle pubbliche della testa, lascia vincere felicemente le motivazioni più profonde e autentiche che hanno spinto qualche anno fa Pansa a intraprendere un cammino letterario che qui si deve concludere o prepararsi a una svolta radicale.
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