Odore di cipria

L'odore di cipria evocato dal titolo di quest'ultimo libro di Biagi era quello che proveniva dalle case di tolleranza accanto alla redazione bolognese del "Resto del Carlino", un luogo di osservazione privilegiato da cui il giornalista nella sua gioventù poteva osservare con occhi avidi e curiosi la realtà mutevole e variegata che lo circondava. I ricordi del passato sono il filo conduttore della narrazione e permeano ogni pagina dell'opera dominata da un tono pacato e privo di protagonismi in cui si mescolano disincantata ironia e rimpianto per la giovinezza ormai lontana. Il racconto spazia dalle vicende tragiche e dolorose degli anni del secondo conflitto mondiale, di cui sono protagonisti gente comune e potenti gerarchi, agli episodi comici e spassosi che rallegravano l'esistenza quotidiana di quel periodo, fino alle dolci rievocazioni dell'infanzia. Le figure di personaggi sconosciuti ma carichi di umanità si alternano a quelle dei grandi protagonisti della storia incontrati e intervistati dall'autore in qualità di inviato speciale. Si incontrano, pagina dopo pagina, frammenti di un'esistenza semplice, ma intensa e vivace: l'immagine di una vecchietta che da anni si reca alla stazione aspettando qualcuno che non arriverà mai, l'azzardata affermazione di un gerarca fascista che proclama fieramente che i camerati "non avrebbero indietrato mai", le chiacchere e i pettegolezzi di paese, la tragicomica esperienza di un eroe del Carso sconfitto da un'esuberante bellezza…