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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2006
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Le agitazioni, le violenze, la tensione dell'anno 1977 fanno da sfondo al nuovo romanzo di Giuseppe Culicchia, che racconta la straordinaria amicizia tra due adolescenti e rievoca attraverso le loro vicissitudini un momento cruciale della storia italiana.
Siamo in un paese della provincia torinese: Attilio, detto Attila, frequenta il primo anno di Ragioneria insieme all'amico Franceso Zazzi, soprannominato Franz, compagno di banco e di molte avventure. A dispetto delle abissali diversità di carattere e di temperamento, i due sono inseparabili. L'amicizia che li lega va la di là delle timidezze e delle spacconerie personali e li porta a condividere il tempo critico dell'adolescenza, i dubbi e le incertezze di un'età difficile, le difficoltà di relazione con gli adulti, le incertezze non solo di una generazione ma di un intero paese. Ecco allora i primi turbamenti d'amore del timidissimo Attilio per una liceale; le azzuffate di Franz, testacalda che non ama limiti e costrizioni e che non perde occasione per sbandierare il proprio nazifascismo e per menare le mani; gli scherzi al compagno Mollo, obeso e impacciato che capisce solo di calcio, gli scontri con la professoressa di italiano, fiera ex-sessantottina, e l'insegnante di religione, che cerca proseliti per Comunione e Liberazione. E poi un mondo familiare disgregato, sospeso tra il tragico e il ridicolo, in cui gli unici punti di riferimento sono l'affetto per Alice, la sorella maggiore lontana e per il nonno, mentre i genitori appaiono persi nelle loro occupazioni (il padre sempre al lavoro sia in fabbrica sia in casa, dove occupa tutto il suo tempo nella costruzione di gabbie per i canarini; la madre esageratamente pia, perennemente impegnata insieme alle sorelle nel commercio del cremone, un non meglio identificato prodotto di bellezza americano). Intanto, al di fuori delle pareti domestiche, si agita il mondo, con le rivolte studentesche, gli atti di terrorismo, la crisi economica e gli scioperi operai, che i ragazzi conoscono attraverso le immagini trasmesse dai televisori e grazie alle lettere che Alice scrive dalla Milano degli anni di piombo.
Tutto è raccontato in prima persona da Attila, la cui voce narrante si snoda in brevi capitoli, scritti con uno stile vivace e diretto, fitti di dialoghi di grande impatto emotivo, che introducono nel vivo degli avvenimenti e della psicologia dei personaggi. Attraverso gli occhi di due ragazzi quattordicenni, Giuseppe Culicchia racconta un itinerario di crescita, la scoperta del mondo, della vita e della libertà, ma tratteggia anche il ritratto di una generazione e di un'Italia non poi così lontane, in cui molti lettori potranno riconoscersi.
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