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Ho letto due anni fa questo testo e mi è bastato per innamorarmi immediatamente della Mernissi! Il testo scorre tra le mani, scivola, lasciando sulla pelle un'infinità di meravigliose suggestioni e di preziose informazioni. Trovo che la sua attività sia pregevole e fondamentale in un periodo storico come il nostro, afflitto dalla paura e dall'incomprensione del diverso, soprattutto se islamico o musulmano. Complimenti alla Mernissi! Alexis
Un libro meraviglioso. In grado di spiegare un islam molto diverso da quello dei terroristi. Un islam nel quale tecnologia e senso civico stanno cambiando le carte in tavola. Satellitari, Internet e organizzazioni non governative stanno facendo crescere una nuova generazione di marocchini che rispettano le donne e che si interfacciano con il mondo, dimostrando che la globalizzazione può essere molto buona. Pescivendoli che imparano il rispetto delle donne da sceneggiati televisivi, analfabete che vendono quadri sulla rete, donne che aprono palestre di fitness nell'Atlante, corsi di lingue più venduti di testi religiosi. L'islam che non ti aspetti. Il futuro, signori, è più ricco e sfaccettato, e più ottimista, di quanto vogliono farci credere.
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Guida (anche turistica) alla democrazia dal basso in Marocco, l'ultimo libro di Fatema Mernissi ci conduce in un viaggio attraverso il vivace dinamismo e la creatività civile che contraddistingue in questi anni il paese maghrebino. Ne è un segno l'impetuosa crescita dell'associazionismo - fatto di una miriade di iniziative molecolari impegnate in progetti culturali, microimprenditoria cooperativa, auto-organizzazione civica - che procede sull'onda delle nuove tecnologie di telecomunicazione: web e tv satellitari hanno aperto inedite opportunità e orizzonti anche a soggetti tradizionalmente esclusi, giovani, donne, comunità di villaggio. Un esempio fra tutti: un villaggio dell'Alto Atlante realizza ottimi profitti vendendo prodotti artigianali sul suq virtuale, dopo aver creato un'associazione locale che si è mobilitata per l'arrivo dell'elettricità, ottenendo anche l'allacciamento alla rete idrica che ha liberato le donne da pesanti incombenze quotidiane. E non è un caso che, nel nuovo modo di guardare al futuro, il tasso di scolarizzazione femminile nel villaggio sia passato nel giro di due anni dal 5 al 90 per cento.
Brillante scrittrice e sociologa empirica (insegna all'università di Rabat), Mernissi in veste di osservatrice partecipe racconta con levità, ironia e gustosa aneddotica un campionario di casi e ritratti che disegnano uno spaccato concreto del cambiamento in atto nel suo paese, con particolare attenzione al protagonismo femminile e al diffondersi delle pratiche di cooperazione e riconoscimento reciproco fra uomini e donne, che ha improntato anche la recente riforma del diritto di famiglia. Nelle reti associative descritte incontriamo contadini e professori, tessitrici e sportive, ecologisti e libraie, ex detenuti politici e promotori dei diritti umani. Paradossalmente, nel quadro del mondo arabo, l'assenza di petrolio in Marocco sembra essere una chance per la ricerca di una via meno soffocante alla modernità, spingendo a puntare sulle risorse di conoscenza e comunicazione che si prestano a una microprogettualità autogestita e diffusa. Dagli innumerevoli internet-café sorti in tutte le periferie urbane i giovani hanno accesso a basso costo all'informazione in tempo reale, trovano occasioni di formazione e lavoro, realizzano idee: navigando nella rete, come moderni Sindbad senza visti e burocrazie insormontabili, scoprono alternative glocal all'emigrazione e allo spopolamento. Da un computer domestico o dal proprio cellulare tessitrici di tappeti smerciano i loro prodotti e non mancano quelle che, passate alla pittura, hanno conquistato lo spazio pubblico come artiste.
Come sempre (per chi ha letto La terrazza proibita e L'harem e l'Occidente, Giunti, 1996 e 2000), Mernissi ama esplorare i confini, le frontiere culturali che il cyber rende mobili e aperte: consente di scoprire le varietà del mondo captate dalle antenne paraboliche fin nei più remoti villaggi e di creare reti fra coloro che coltivano gli stessi pacifici progetti "a proposito di un pianeta in cui i cittadini possano tessere mille dialoghi", imparando a conoscere gli stranieri e a padroneggiare le differenze. È la sfida che la globalizzazione impone ai "Cosmocivici" contro i "Cosmocrati", i dominatori dei network mediatici a fini di propaganda bellica o reclutamento terroristico. Programmaticamente la scrittrice intende mostrare l'altra faccia del mondo arabo-islamico, quella dialogica e pluralista estranea allo schema dello scontro di civiltà, oscurata dall'impatto mediatico del fondamentalismo, come dagli stereotipi dell'arcaismo esotico nelle guide del turismo di massa.
E per i "turisti civici", oltre ai viaggi nel web, Mernissi ha messo in movimento una Karawan reale periodicamente itinerante che li interconnette sul territorio in una rete diretta di confronto e scambio: dal Marocco ha già compiuto puntate anche in Spagna (in occasione del conferimento alla scrittrice del premio Principe delle Asturie) e in Italia, a Bologna, lo scorso ottobre. Si preparano prossime tappe.
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