L' allievo

Diffidate dei collegi, sempre. Di quelli maschili come di quelli femminili. Insomma, ragazzi e ragazze nell'età dell'adolescenza o pre adolescenza, rinchiusi con persone dello stesso sesso, costretti a vivere h24 a stretto contatto: come può mai finire bene? Infatti ne L'allievo di Redmond nulla finisce bene. Siamo nell'Inghilterra degli anni Cinquanta, il college in questione è Kirkston Abbey (molto esclusivo e rinomato), ritrovo dei pargoli della buona borghesia britannica, e a raccontare quello che è successo, 40 anni dopo, è uno dei ragazzi di allora, l'unico ancora in vita, ad un giornalista che vuole ricavarne una storia di successo. Il problema è che in quelle mura le cose accadute sono frutto di gelosie, invidie, vendetta, ma soprattutto di un gioco oscuro iniziato da una tavoletta ouija. Non posso dire molto altro, perché questa storia è anche un po' gialla, ma come al solito molto della colpa è degli adulti benpensanti, che buttano tutto quello che non va sotto il tappeto, insegnanti compresi. Ve l'ho detto, diffidate assolutamente dei collegi, sono luoghi maledetti. "<Tutti noi siamo soli> disse Stewart, <ma è meglio così. Quando si stabilisce un rapporto, si diventa vulnerabili. Si cominciabad averne bisogno. Il rapporto diventa il centro della tua vita, e il giorno in cui te lo tolgono, se ne va anche tutta la tua gioia di vivere.>"