La svolta di Enea. Retorica ed esistenza in Giorgio Caproni (1932-1956)

Non è un romanzo, ma è più appassionante di un romanzo. È un viaggio. Non ha importanza se non ho visitato i luoghi cari a Caproni, se non ho conosciuto le persone che ha amato, vissuto la sua vita. La cosa straordinaria è ri-conoscere un comune sentire, scoprire che c’è una specie di linguaggio universale vivo. Quando andavo a scuola, sentire parlare di metafore o figure retoriche mi faceva venire l’orticaria, la poesia era un mondo morto di gente morta e piagnucolosa…ma forse non ho avuto il prof giusto. Qui nessuno mi interrogherà alla fine, nessun voto…solo la libertà di prendere dal viaggio ciò che mi piace, sapendo che questo viaggio lo potrò rifare sempre scoprendo sempre nuovi itinerari. Non sono un ‘addetto ai lavori’, mai avrei pensato di leggere un testo di critica letteraria. Eppure, anche se per me la lettura di questo libro, a volte, è faticosa (la mia ignoranza mi impone spesso l’uso del vocabolario), La svolta di Enea è scritto in modo comprensibile anche a me. L’Autore, in modo pacato ma deciso, ti prende per mano e ti fa visitare un mondo rivelandone i segreti, regalandoti gli strumenti per ‘vedere’ meglio. Sicuramente mi perderò tre quarti del tesoro, ma quello che mi dà è molto più di quello che avevo. ‘…ecco allora che si profila il compito dell’artigiano della parola, che con l’uso del linguaggio facilita una contemplazione che non è più solo sua.’ È proprio così…ora le poesie di Caproni sono anche mie. Grazie all’Autore.