Senza lasciare traccia

Delia ha una bambina, un compagno, un lavoro che le piace (trovare persone scomparse grazie all'aiuto del suo cane) e vive con il padre. La sua vita apparentemente perfetta subisce un drastico stravolgimento quando la polizia si presenta a casa sua e arresta il padre con l'accusa di aver sottratto Delia alla madre (che lei credeva morta in un incidente stradale). Delia scopre così che la sua vera identità è un'altra e mentre cerca di aiutare il padre che è in carcere, deve di fare i conti con un passato sconosciuto e che le è stato negato, dolorosamente combattuta tra ciò che poteva essere e ciò che invece è stato. Come negli altri suoi romanzi, Jodi Picoult snoda la vicenda raccontandola da tutti i punti di vista dei vari personaggi, creando un romanzo coinvolgente, emozionante e gradevolissimo. Si conferma una delle mie scrittrici preferite.

Complimenti a chi ha dato un voto alto a questo libro, per aver scoperto un capolavoro in un polpettone epico! La struttura mi piace, la narrazione a più voci che permette di entrare al meglio nella storia e di scoprire i personaggi dall'interno, così come i vari flashback. Peccato che la lettura non ti cattura, è lenta, monotona, si perde in una serie infinita di elucubrazioni che poco aggiungono al senso della storia e la appesantiscono inutilmente. Tutto l'insieme è un'accozzaglia di pensieri, ricordi, recriminazioni, suggestioni. Il tutto condito con un pizzico di stregoneria (che ci sta sempre bene). Sono circa a metà libro ma non so se riuscirò a finirlo.

Questo è il suo stile, la Picoult fa parlare tutti i suoi personaggi in prima persona, la mia autrice preferita in assoluto, bisogna conoscere il suo stile per apprezzarla in pieno. Libro bellissimo e lei non si è smentita neanche questa volta, ho letto quasi tutti i suoi libri, forse questo non lo classificherei fra i top ma bello di certo lo è!