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Cosa ci fa Peter Cushing in copertina a questo breve romanzo dedicato alla Festa di Orfeo? Cosa porta una coppia di promettenti investigatori di Scotland Yard in un piccolo borgo scozzese testimone di una strage spaventosa , con il sangue che scorre copioso per le strade e la morte che non risparmia neanche i più piccoli? Peter Cushing è in procinto di interpretare il remake del famoso Frankenstein e l’impresa cinematografica lo invita a prepararsi esplorando il concetto di paura così da trasmetterlo con efficacia al pubblico. Siamo a Londra dopo il primo conflitto mondiale, la gente ormai è abituata alle crudeltà e spesso il sentimento della paura convive con le esistenze al punto che l’intrattenimento deve adeguarsi ed evolvere. Il cinema è un filo conduttore di tutto il romanzo, perché c’è una pellicola La festa di Orfeo, che porta con sé una macabra maledizione, diffonde morte ed inquietudine agli spettatori Le indagini di Scotland Yard e il nuovo compito di Peter Cushing si incontreranno e daranno luogo ad una storia spaventosa, coinvolgente e lugubre. Sanchez si muove con maestria tra le dinamiche del giallo e dell’ horror consegnandoci una storia inedita che sapientemente alterna tra realtà e finzione. Perfetto meccanismo tra suspence e brividi
Carino ma niente di speciale. Non basta infarcire la storia di richiami cinefili per pretendere di aver scritto un buon libro. L'idea era buona ma ho trovato il lessico un po' povero e scontato, sarà colpa della traduzione? Altri due particolari fastidiosi sull'edizione: la prefazione del libro in poche righe riesce a svelare il finale della storia e il fatto che il libro sia zeppo di errori di stampa.
Il romanzo, opera prima narrativa dello spagnolo Javier Marques Sanchez, è di lettura godibilissima e piena di suggestioni letterarie e cinematografiche. Si pone, indubbiamente, ad una sorta di crocicchio tra letteratura di genere poliziesco (nella tradizione delle indagini della coppia Holmes-Watson), horror con venature splatter (come, ad esempio, nella descrizione della scena della "mattanza" di Longtown) occultistico-satanico (in cui vengono riesumate le tradizioni e il culto esoterico, mai del tutto sopito, dei "movimenti satanici", in testa ai quelli va collocato quello fondato da Alesteir Crowley in cui si adombra il personaggio Sherrington Meinster corrotto dal Male, cui fa da controparte il professore Albert Alberline, che pur ateo (ha perso la Fede in gioventù) tenta di contrastare il trionfo di Lucifero. Naturalmente, l'autore strizza l'occhio non solo agli investigatori della letteratura, ma anche alla sfilza degli "investigatori dell'occulto": in questa linea, avrebbe benissimo potuto dare un contributo - in termini di un racconto aderente al canone holmesiano - a "Il grimorio di Sherlock Holmes". Ma, ultima chicca, essendo ambientato nel 1958, in Inghilterra e alcune contee più remote (la località dove aveva sede la Hammer - la casa cinematografica che ridiede nuova vita al genere horror con il duo di attori Peter Cushing/ Christopher Lee), rende un grossissimo contributo alla cinematografia horror di quel periodo di cui vengono dati ampi dettagli storici assolutamente esatti. Peter Cusshing, uno dei "dioscuri della notte" di cui raccontano in coppia i due critici Pezzini-Tintori, diventa personaggio letterario: reclutato dalla Hammer per girare The curse of Frankestein (il film che strutturò il sodalizio di lavoro con Lee) viene inviato da regista e produttore a "scuola di paura", partendo dal postulato che la paura può essere recitata soltanto se la si conosce. E, a causa di ciò, viene immesso - come "agente" - in una serie di vicende strabilianti.
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