Naufragio nell'ignoto

Prima esperienza con W.H. Hodgson. Da amante del genere horror classico ho apprezzato ogni singola parola, anche quelle dedicate alle dettagliate descrizioni marinaresche.

Romanzo di fantastici orrori oceanici, paragonabile per bellezza, atmosfera, immaginazione e senso dell'avventura al "Gordon Pym" di Poe. Hodgson è stato un grande maestro nel descrivere gli orrori del mare, sia quelli partoriti dalla sua sterminata immaginazione, sia quelli realistici. Nessuno come lui, che è stato anche marinaio, ha saputo raccontare la furia della tempesta, l' uragano, i colori del cielo e delle acque nelle giornate prive di vento, l'intima natura della gente di mare, romantica e brutale. Le sue navi che solcano mari infidi e terribili, sono simboli e metafore dell'uomo che naviga sul mare dell'esistenza, dove pericoli ignoti e forze ancestrali attendono al varco i viaggiatori. Qualche critico ha scritto che il romanzo difetta della mancanza di analisi psicologica dei personaggi, questo è vero, però in una narrazione dove avventura, atmosfera e senso del mistero sono di primaria importanza, forse un'accurata attenzione a quel tipo di analisi, avrebbe appesantito il romanzo. Tensione altissima in tutti i capitoli, si legge tutto d'un fiato, per giungere alla fine stremati, ma sani e salvi...

Leggerlo è stato appunto un naufragio nell' ignoto, raccomandato solo a chi veramente ha un gusto per i romanzi di mare, altrimenti risulta essere pesantino