Le figlie del libro perduto

Interessante constatare che, mentre nell’immaginario comune il termine “strega” rappresenta una donna dotata di poteri soprannaturali a favore delle forze del bene o del male, in realtà altro non è che l’aggettivo sovente usato nell’antichità per indicare una donna capace di curare delle persone attraverso pozioni di erbe. Il romanzo si svolge su due epoche diverse: 1681- 1692 in cui conosciamo Deliverance Dane, una delle streghe processate e capostipite della famiglia di Connie Goodwin – 1991- giovane ricercatrice dell’università di Harvard impegnata, per il dottorando, in una ricerca sui processi di Salem che videro più di centocinquanta persone, nel territorio del New England, accusate di stregoneria; nonostante il salto temporale tra un capitolo e l’altro, la lettura procede in maniera scorrevole. Una interessante curiosità che spinge il lettore a leggere il libro tutto d’un fiato, è che l’autrice ha condotto effettivamente una ricerca sui processi di Salem in quanto discendente di Elizabeth Howe ed Elizabeth Proctor: due delle donne che subirono un processo per stregoneria a Salem. Ovviamente “Le figlie del libro perduto” non è da considerarsi un romanzo storico, ma è comunque curioso ed intrigante da leggere.

Credo di non ricordare l'ultima volta in cui io abbia compato un libro trovandone interessante la trama sensa però rimanere delusa dal libro, una volta finito. Questo libro invece è esattamente come viene presentato, interessante, storico, magico, un po' un misto di cose che lo rende assolutamente avvincente. La narrazione è molto fresca, cosa che aiuta a non cadere nel noioso o nel pesante, dati gli argomenti trattati. Una sola precisazione mi vien da fare: NON è un fantasy nel modo più assoluto.

Credo di non ricordare l'ultima volta in cui io abbia compato un libro trovandone interessante la trama sensa però rimanere delusa dal libro, una volta finito. Questo libro invece è esattamente come viene presentato, interessante, storico, magico, un po' un misto di cose che lo rende assolutamente avvincente. La narrazione è molto fresca, cosa che aiuta a non cadere nel noioso o nel pesante, dati gli argomenti trattati. Una sola precisazione mi vien da fare: NON è un fantasy nel modo più assoluto.