Il guerriero di Stonehenge

Libro non entusiasmante ne' sotto l'aspetto del contenuto ne' dello stile. pochi i momenti importanti per la trama, tanto che la rendono molto sfilacciata e priva di ritmo, inoltre affrontati spesso in modo sbrigativo. meglio il finale anche questo pero' non privo di difetti, in cui spesso il ricorso a fin troppo ovvi e fortunosi espedienti rende banale la conclusione della storia. Lo stile semplice , per fortuna mai troppo carico e' pero' riempito in modo ossessivo di termini celti che alla lunga divengono fastidiosi tale il numero in cui vengono riversati nel testo. in fin dei conti un fantasy senza troppe pretese,senza lampi ne' troppe cadute di tono, comunque insufficiente. due pippoli

Sicuramente il più appassionante dei 3; ci sono effettivamente alcune incongruenze (le hanno fatte anche i grandi scrittori classici)ma non tali da compromettere la scorrevolezza del racconto.

A differenza dei capitoli precedenti in questo libro il finale non è accelerato ma in compenso è un pò confusionario nel trascorrere del tempo della storia. La prima è l'inizio, dai figli di Conan si capisce che sono passati alcuni anni dalla fine del secondo libro ma l'autore in alcune parti parla di mesi e addirittura di giorni. La seconda è l'età dei Figli di Conan, perchè in alcune parti vengono descritti come bambini e in altre da adolescenti. La loro età viene rilevata quando c'è il rito dove i ragazzi diventano uomini, molto più avanti nella storia, ma va in contrasto con l'inizio del libro dove venivano descritti come bambini. A parte questo un buon libro