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Borges,il grande scrittore argentino,lo definisce spietatamente "un involontario parodista di Poe".Mi permetto di dissentire pur essendo solo un lettore,seppur di lunga data.In effetti Lovecraft,ad inizio carriera,ha scritto racconti alla Poe,ma poi ha preso un'altra strada,ha creato il terrore "cosmico",inquietanti Dei alieni,atmosfere angoscianti che non trovano precedenti in passato.La stessa figura dello scrittore è tutt'altro che ordinaria,un uomo con una tremenda paura del "diverso",decisamente razzista,intollerante, pessimista al massimo grado sul ruolo dell'uomo,considerato quasi una nullità, un microbo, in un universo sconosciuto,immenso e custode di verità agghiaccianti.Pur non condividendo per nulla le sue idee degne di un estrema destra xenofoba e violenta,ho egualmente subito il fascino delle sue storie,c'è stato un periodo in cui leggevo solamente quelle ! Ad un certo punto ho smesso per saturazione ma mi hanno dato molte e forti emozioni,riesce a coinvolgere totalmente il lettore,grazie ad una prosa fredda,priva di dialoghi,a volte magniloquente ma efficacissima.Per me è il più grande scrittore di questo genere mai esistito e fa male Stephen King a sminuirlo dopo averci pescato a piene mani.
Recensioni
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L'opera di Howard Phillips Lovecraft, per decenni superficialmente considerata letteratura "di genere", rappresenta in realtà un corpus narrativo capace di affascinare i lettori ben oltre i confini del fantastico. E i racconti qui racchiusi, scritti tra il 1917 e il 1935, sono testimonianza del meglio di una produzione letteraria frutto di una ricerca personale e del tutto originale, che ha saputo esprimere il buio di una condizione umana spiritualmente ferita. Un deserto dell'anima dal quale è possibile uscire solo attraverso il sogno, l'immaginazione che permette di indagare nella realtà del cosmo e nella profondità della mente. Lovecraft ci appare così come un esploratore dell'ignoto, un visionario che si è lasciato alle spalle l'orizzonte della quotidianità così come gli stereotipi della letteratura horror, con i suoi consueti scenari di tombe vuote e demoni, per approdare a un universo, esistenziale e letterario, assolutamente nuovo, fatto di ben più maestose e nello stesso tempo desolanti immagini. In un'epoca particolarmente tormentata, quella tra le due guerre mondiali, Lovecraft ci ha ricordato che l'orrore è inseparabile dall'uomo, un orrore costruito non da fantasmi e castelli maledetti, ma dal deserto del materialismo e della solitudine.
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