Armand il vampiro. Le cronache dei vampiri

Un capolavoro. La voce di Armand è diversa da quella di Lestat e si sente già dallo stile narrativo, qui diverso. Armand ragiona per immagini, colori, ricordi di sensazioni. Ciò che muove Armand è l'amore, sempre e comunque. La sua storia è la storia di un giovane che ama con un cuore nuovo alla passione, quindi perde il suo amato immortale e, per ciò stesso, la voglia di credere nella possibilità di fuggire ai propri demoni. Impiega secoli a riprendersi, a capire che la vita non deve necessariamente essere dolore e oscurità. Qui Armand esce allo scoperto come l'unico vero antieroe delle Cronache. Nessuno, a parte Lestat (e non dico di più: leggete il libro!) lo capisce veramente, e lui è l'unico a capire davvero Lestat: il che stupisce, perchè erano gli opposti assoluti, all'inizio. Il cammino di Armand si compie nel segno del ritorno alla vita e il finale è sublime: struggente, non dà la soluzione, ma pone nuove sfide alla sua anima, nuove prove al suo cuore tormentato. Marius, il suo grande amore, si dimostra inadeguato alla portata del suo cuore giovane per sempre e, come tale, assai più capace di amare. Stile elegante, vivido, suoni immagini e musica danzano nella mente come fossero reali. Armand: dolce, sensuale, puro e perverso insieme, mistico e diabolico, attaccato alla vita e all'amore eppure, per secoli, costretto al buio dal dolore e dalla sfiducia nel mondo. Armand: il personaggio assolutamente più interessante delle Cronache. Leggete questo libro per trovare: ambientazioni straordinarie, storie di amore, morte, ricerca di verità assolute mai realmente trovabili, l'eterno ritorno dell'unica costante: l'amore per la vita. Libri come questo ne scrivono uno su centomila: non perdetelo!

E' un libro da 'Appassionata'. Feroce, intenso, a tratti folle. Meravigliosa la storia con il maestro-amante Marius, in tutta la sua tragica e delicata grazia velatamente (e neanche tanto) erotica. Inoltre, ti porta a voler sapere di più sulla Venezia post rinascimentale, sulla degradante, disintegrata, nera storia di Kiev. La figura di Armand mi ricorda molto Icaro, che splende e si tende verso il sole fino a che le sue insignificanti ali di cera non lo tradiscono, per sprofondarlo nell'inferno più febbrile. L'oblio, la rinascita, la morte, il ritorno sotto nuove forme, il tragico distacco, la caduta verso le più nere strade di Parigi, il ritorno, il Sole, il dolore, la purificante sofferenza, la consapevolezza. L'altalenanza di fasi nell'esperienza dell'eterno giovane sono vivide, e apprendibili. Questo libro è un tesoro ricco di vivaci lezioni che toccano zone profonde dell'animo umano e del suo pensiero. Solo il finale è stato appena appena deludente, ma in confronto all'immensità del libro questa è una cosa da niente. Tirando le somme, veramente, veramente bellissimo.

Confesso che mi sono avvicinata al libro con sospetto, pensando che un personaggio secondario e una saga già di per sé troppo tirata per le lunghe e a tratti ripetitiva non avessero molte attrattive...mi sbagliavo! Armand è meraviglioso, sensuale, pieno di passione e personalità. Il suo stile di scrittura cattura dalla prima all'ultima parola, trama avvincente, la sua relazione con Marius e la descrizione della Venezia rinascimentale sono tra le parti più belle che io abbia mai letto nelle Cronache. Qualche scivolone nel finale, ma resta il mio preferito dopo Scelti dalle Tenebre.