Apocalisse rossa

Immaginiamoci in un futuro prossimo. La nube di una catastrofica eruzione del vulcano Laki ha catapultato l’Europa in un’apocalisse di freddo e ghiaccio. Dopo alcuni anni tutto sembra tornare alla normalità. La comunità scientifica è spaccata tra serristi (che sono sostenitori della tesi dell’effetto serra) e sostenitori della tesi del professore Bjorklund, che prevede l’eruzione di sette vulcani in successione. Il romanzo comincia con una partita, lo spareggio tra Milan e Juventus per la conquista dello scudetto. L’incontro sportivo è previsto a Novara per ragioni di forza maggiore. Negli studi della televisione Meteolive Tv di Milano ci sono alcuni dei protagonisti di questo meteo thriller. Zani sta osservando una cellula di bassa pressione che si sta formando e che sembra avere una forza eccezionale. Punta proprio su Novara. Si prevede una pericolosa grandinata. Mantoni, che sostituisce il direttore della rete Martini, è indeciso se dare o meno l’allarme. Quando lo fa la Lega rifiuta di sospendere la partita e, seppure con qualche riluttanza, alla fine interviene la protezione civile. La grandinata si materializzerà da lì a poco con chicchi enormi che determineranno il panico tra gli spettatori che cercano di salvarsi in un fuggi fuggi disordinato. La storia prosegue poi con una valanga in Valtellina, l’eruzione del Vesuvio e altro ancora, con la truppe di Meteolive TV sempre in prima linea e al centro di uno scontro che vedrà l’assassinio an che del ministro della protezione civile Sulcis ad opera delle FAC, un gruppo di ecoterroristi armati. Ma chi si nasconde dietro questa sigla? Grosso, con rigore scientifico, tiene incollato il lettore alle pagine del libro costringendolo in un futuro che speriamo di non vivere. Apocalisse rossa si iscrive a pieno titolo tra i libri di fantascienza del genere catastrofista e sicuramente tra quelli più belli.

Davvero un libro originale, le catastrofi si susseguono a ritmo indiavolato, non mancano i colpi di scena, i personaggi sono simpatici, compresi i cattivi, i passaggi migliori sono quelli in baita a Livigno, l'esplosione del Vesuvio, l'incendio nella televisione. Lo consiglio a tutti, si legge in un soffio, scrittura tipo Ammanniti ma più puritana.

Carino e godibile. troppo lunghe le descrizioni delle catastrofi dove l'indubbia competenza dell'autore diventa ostica per i profani. un pò troppo caricaturali le psicologie dei personaggi dove i buoni sono buoni al 100% ed i cattivi veramente cattivi. Nel complesso però si lascia leggere e ti avvince per la scorrevolezza della trama e per la scrittura veramente buona.