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Libro abbastanza bello, molto sensibile. Diviso in racconti, i primi cinque sono episodi di donne che dicono le bugie, e sono molto piacevoli. Episodi tutti diversi, e la protagonista, che raccoglie queste bugie, anche lei cambia un po' in ogni capitolo, lo sfondo dietro alle "bugiarde" anche muta, prima e' una dacia, poi la città svizzera di zurigo, poi un appartamento di Mosca. Ed e' molto bello lo spaccato di Russia che ne emerge. Pero' mi sembra che manchi nel libro una struttura piu' forte, il tutto risulta dispersivo, e l'ultimo racconto, peraltro molto bello, non funziona assieme ai primi.
Perché mentono le donne, si chiede l’autrice. Se le loro menzogne non racchiudono alcuno scopo, inganno o tornaconto personale cosa le porta a mentire? Attraverso sei racconti (autobiografici) Zenja, la protagonista, viene a scoprire le bugie di donne che lei ha conosciuto durante la sua vita: Irine dai capelli rossi, la piccola Nadja, l’adolescente Ljalja, la vecchia professoressa Anna, la prostituta Ljuda. Ne nascono dei ritratti pieni di vita, di umorismo ed a volte di drammaticità. Un libro acuto e piacevole, scritto da un’autrice di grande talento.
Recensioni
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Non è possibile paragonare le grandi menzogne maschili, strategiche, architettoniche, ingenuamente premeditate, con le care bugie femminili, così leggere e dimentiche di sé da dimenticarsi spesso del loro stesso scopo. Sono veramente un'altra cosa. Le bugie delle donne possono essere decorative, al margine, imprevedibili, fantasiose e insolenti, a volte anche appassionate, o disperate, spesso magnificamente inutili, senza una traccia visibile di scopo o di interesse personale. Ce lo mostra con delicata attenzione Ljudmila Ulickaja nel suo ultimo romanzo Le bugie delle donne (ma in russo il titolo è Skvoznaja linija , "Linea trasversale"). Una serie di piccole storie che avvincono con la sofisticata poesia della bugia femminile.
Una donnona rossa e affascinante di origine inglese, figlia di una spia rispedita nel paese dei Soviet, incanta una sua confidente con storie eccentriche, vicende tragicomiche di maternità previste e fallite, in una notte di maggio, da qualche parte, in Crimea. Una bimbetta vispa e intelligente sottomette con le sue invenzioni un vivace gruppetto di adolescenti in vacanza, ma le sue storie più inverosimili si rivelano le più vere. Ci sono le bugie romantiche e sognanti di tante giovani prostitute russe, che da remote province dell'ex impero portano in Svizzera bugie fatte con lo stampino: un padre ufficiale di marina, un padrino violento, un fidanzato dolce e fedele ammazzato proprio alla vigilia del matrimonio, un facoltoso banchiere svizzero sempre pronto a sposarle, ecc. Ci sono le bugie sognanti delle adolescenti innamorate e quelle enigmatiche, inspiegabili, di anziane insegnanti, colte e raffinate, apparentemente realizzate. Vi è il mondo fatto di silenzi e di piccole menzogne di un'instancabile farmacista moscovita, sempre in moto, inarrestabile, pronta a farsi in quattro per il mondo che la circonda.
A tener il filo di questa complessa morfologia della bugia femminile, come una "linea trasversale" che attraversa il romanzo, vi è la vita di Enja, la protagonista, che con sensibilità e ironia ascolta e riflette, mentre la sua esistenza è scossa dai sussulti di una vita normale. Sullo sfondo vi è una Mosca serena e incantevole, primaverile, la Mosca dei boulevard, dei parchetti verdi e silenziosi tra le case del centro, in cui il tempo si ferma a leggere il giornale su una panchina, come se non fosse accaduto nulla negli ultimi tempi. È una città attraversata da giornalisti, professionisti, insegnanti, operatori televisivi, sempre un po' di fretta, qualche giovane donna di provincia un po' ingenua e bigotta che ha bisogno di soldi, domestiche premurose. No, non è la Mosca delle cronache di giornale, degli scandali e degli attentati, è una città sempre più borghese, normale, in cui la varietà dell'impero sovietico sembra ricomporsi in un modo tutto sommato armonico, ma originale. Ecco, per chi ha voglia di conoscere anche questo volto della città e del suo mondo femminile, il romanzo di Ljudmila Ulickaja è un viaggio delicato, curioso, attento, privo di scossoni.
Damiano Rebecchini
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