L' eredità di Bric

Ho ignorato completamente le recensioni negative quando ho deciso di prendere in prestito questo libro, ed è stata decisamente la scelta giusta. A parte la prosa (che è sobria e raffinata allo stesso tempo), non si ritrova nulla del Coniglio, e così è giusto che sia. Questo è un romanzo a sé stante, che spicca per le riflessioni filosofiche e allo stesso tempo inquietanti in cui a ognuno di noi, sapendo in anticipo il giorno della nostra morte, capiterebbe di imbarcarsi. Una ricerca angosciante di un significato dopo la morte, quando ci si libera della bolla di superbia e ci si rende conto della brevità e dell'inutilità della vita. Fantastico.

Un buon libro, senza dubbio. Partendo da un ottimo spunto, Gardumi sa tenere alta la tensione e stimolare riflessioni non banali; il tutto in una cornice che definire "inquietante" è riduttivo. Peccato per l'epilogo, forse un po' affrettato, che ci riporta troppo dentro le righe.

L'idea è buona e non nascondo anche un po'inquietante. Certamente la vita ci porta a snobbare tutto e tutti fino a... che un qualcosa ci porta ai limiti, ossia ai limiti della vita e della morte. I ragazzi a venti anni si credono immortali, e pertanto schiacciano sul pedale e il resto è risaputo. Ho letto che tutti i commenti,in merito al libro, partono dal suo primo libro "La lunga notte del Coniglio" Io personalmente non l'ho trovato così esaltante. Un tema molte volte sviluppano, la nube atomica, i risvolti, la pazzia ecc.ecc. Questo al contrario ci porta a pensare a un qualcosa di diverso, un qualcosa che non possiamo toccare,comprare,e pertanto impalpabile. che poi esista una vita dopo questa, non è il tema. Penso che sia la paura che ci porta a credere nella sua esistenza, anche in persone molto razionali. Il fatto è che non vogliamo morire. Bravo Gardumi