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La porta - Magda Szabò - copertina
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porta

Descrizione


Due donne che tutto separa, due vite diverse che si scontrano. Magda Szabò descrive la strana relazione che per vent'anni è intercorsa tra lei e la sua donna di servizio. Una donna ruvida, senza età, con i suoi principi e bizzarrie, riservata, e con dei segreti nascosti gelosamente dietro la "porta" eternamente chiusa. Se tra il marito di Magda e la donna c'è subito simpatia, viceversa tra le due donne la relazione è imprevedibile, fatta di litigi, riconciliazioni, di non detto. Poco a poco il loro rapporto si distende, Emerence si vota alla narratrice, il loro legame diventa esclusivo, esigente...
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Dettagli

2005
5 aprile 2005
247 p., Rilegato
9788806169633

Valutazioni e recensioni

4,46/5
Recensioni: 4/5
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Paola
Recensioni: 5/5
La porta

Capolavoro assoluto! "Con Frau Szabó avete pescato un pesce d'oro. Comprate tutta la sua opera, quello che ha scritto e quello che scriverà." Herman Hesse. N Non conoscevo Magda Szabó, scrittrice ungherese nata nel 1917 e morta nel 2007. Per me è stata una vera rivelazione, tanto che ho già in lista altri suoi libri e posso affermare che è diventata una delle mie autrici preferite. "La porta", pubblicato nel 1987, è considerato il suo libro più bello. È un romanzo, intenso, ricco di sentimenti contrastanti e profondamente commovente. La prosa, fluida e accattivante, ci coinvolge in una singolare storia, in parte autobiografica, di due donne: una giovane scrittrice e la sua anziana domestica. Nonostante siano molto diverse, sono legate l'una all'altra da un forte sentimento, spesso conflittuale, ma che finisce col diventare un rapporto madre e figlia. Assoluta protagonista è Emerenc, la domestica, una donna riservata, volitiva, dalla spiccata intelligenza ed estremamente generosa. Rigida nelle sue convinzioni, sa essere scontrosa e irritante, non ammette le mezze misure e non cede ai compromessi. Nonostante o proprio per questi aspetti si è attratti dal suo personaggio e dall'alone di mistero che avvolge la sua vita e il suo doloroso passato. Mistero che pagina dopo pagina viene svelato, così come scopriremo cosa nasconde la porta di casa sua, che segna il confine tra il suo mondo privato e quello esterno e in cui non è permesso a nessuno accedervi. Il romanzo, un'assoluta folgorazione per me, è il più bello che ho letto finora quest'anno. È un racconto che colpisce e mette a dura prova le emozioni. Emerenc, è indimenticabile ed è difficile non affezionarsi a lei, resta nel cuore. "Crede che vogliano la pace? Io no, perché altrimenti chi comprerà I fucili, chi darà il diritto di impiccare e saccheggiare, se finora la pace universale non c'è mai stata perché dovrebbe arrivare proprio adesso?"

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Recensioni: 5/5

Forse non proprio un 5 pieno ma mi è piaciuto ben oltre il 4. Ben scritto e, come ha commentato qualcun'altro, ogni pagina chiama la successiva.

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Clara
Recensioni: 3/5

Non sono rimasta del tutto soddisfatta da questo libro. Indubbiamente è scritto benissimo però la storia, forse troppo irreale, l'ho trovata un po' noiosa e non mi ha mai coinvolto al cento per cento nessuno dei personaggi. Peccato, avevo grandi aspettative.

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Voce della critica

Proprio su quella porta che dà il titolo al romanzo, sull'impossibilità di aprirla e varcarla e, insomma, di soccorrere la persona malata che non vuole essere soccorsa, si apre e si chiude circolarmente il romanzo di Magda Szabó. Un sogno ricorrente della protagonista, un inutile sogno perché non si può più mutare l'irrimediabile che è accaduto, la morte di quella persona, ma anche la violazione del suo mondo tenuto al riparo dalla violenza della vita, insieme ai tanti gatti raccolti dalla strada.
Qualcosa di trasognato ha anche la prosa con cui Magda Szabó, nata in Ungheria nel 1917, sdoganata in Occidente da Hermann Hesse, a detta di molti la più grande scrittrice ungherese contemporanea, costruisce il suo racconto intorno alla figura di Emerenc Szeredás, la donna delle pulizie con la quale intesse un rapporto all'apparenza scorbutico, ma di profondo affetto. L'autrice, va avanti e indietro nel tempo, ricomponendo le tessere del mosaico della vita misteriosa di Emerenc, ma, anche, tirando le fila della storia del proprio paese dagli anni sessanta. È il tempo del regime sostenuto dai sovietici al quale Szabó non ha mai aderito, ma lo sguardo arretra anche alla realtà della guerra, del nazismo e della persecuzione degli ebrei, fino all'infanzia di Emerenc. Gli anni della dittatura emergono però in filigrana, e la sola opposizione è quella anarcoide della domestica che negativamente bolla come intellettuali tutti coloro che non fanno un lavoro manuale, dai vecchi signori di una volta ai nuovi plutocrati socialisti, passando dai suoi stessi datori di lavoro: la scrittrice e il marito. "Agli occhi di Emerenc erano sospetti tutti i fogli di carta, tutte le scrivanie, tutte le brochure, tutti i libri, non conosceva Marx e non leggeva niente, nemmeno i giornali, credo che avesse provato a disprezzare anche noi, considerandoci irrimediabilmente pelandroni, ma una volta varcata la soglia di casa nostra, sentendo dentro di sé qualcosa che attenuava l'istintiva antipatia, prima rimase scossa, poi, evidentemente si convinse che la macchina da scrivere sulla quale battevamo i tasti era uno strumento di lavoro, e qualcosa di rispettabile c'era anche nel nostro modo di guadagnarci il pane".
Quest'altra porta che sembra dividere i due mondi lascia aperto uno spiraglio e la possibilità di uno scambio intenso fra le due donne. "Mentre gli anni passavano, il nostro legame si cementò. Emerenc era parte di noi, naturalmente entro i limiti che fissava lei". A cominciare dal contratto di lavoro, dagli orari e dalle modalità: è la donna di servizio a dare disposizioni e a dettare condizioni; un nonnulla può irritarla e farla scomparire per giorni. Ma anche si affeziona, alla famiglia e al suo cane. E col suo fazzoletto in testa, Emerenc lavora forsennatamente e soccorre con gli immancabili "piatti dell'amicizia" chiunque abbia bisogno, diventando una vera personalità di quel quartiere di Budapest. Ammalatasi, mentre la scrittrice sta diventando una celebrità, Emerenc morirà tra gli escrementi suoi e dei suoi animali. È la fine di un microcosmo del quale non rimane nulla, come dei mobili preziosi raccolti in casa, celati dietro un'altra porta ancora, e che, alla luce per la prima volta, finiscono in polvere: "Intorno a me, all'improvviso, tutto si trasformò in un'allucinazione kafkiana, in una scena da film dell'orrore. La consolle crollò, ma la cosa non accadde con brutale velocità. Iniziò a sfaldarsi lentamente, con grazia, finché si dissolse in un cumulo di segatura dorata, le figurine di porcellana e l'orologio caddero a terra, il tavolo, la cornice dello specchio, il cassetto, le gambe, tutto semplicemente nel nulla, ogni cosa finì in polvere". Così come avviene anche della società ungherese. Ma al suo funerale Emerenc compie - a dispetto delle sue parole blasfeme sulla fede - l'ennesimo miracolo, perché lì si raccolgono il medico protestante, il tintore ebreo, il professore cattolico in una sorta di "requiem ecumenico".
Non tutti gli sforzi sono stati "vani", se ora Szabó ci restituisce in questo romanzo il mondo di Emerenc, il mistero della sua casa e quindi della sua vita tribolata della quale, solo a lei, era stata data la chiave. Un libro - La porta - che da noi è solo la punta di un iceberg: Szabó, oggi ottantottenne, ha scritto infatti una quarantina di romanzi, oltre a teatro, saggi, sceneggiature, molte cose consegnate al cassetto al tempo del regime. In Italia negli anni sessanta è uscito per Feltrinelli L'altra Ester con copertina di Bruno Munari e ora, nelle edizioni Anfora, è disponibile un libro per ragazzi.

Enzo Rega

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Conosci l'autore

Magda Szabò

1917, Debrecen

Autrice di numerosi romanzi, drammi, raccolte di poesie, Magda Szabó è considerata la più importante scrittrice ungherese del XX secolo. Di lei, Einaudi ha pubblicato i romanzi La porta (2005), La ballata di Iza (2006), Via Katalin (2008), L'altra Eszter (2009), Il vecchio pozzo (2011).Nel 2022 per la casa editrice Anfora è uscito Abigail e nel 2023 Per Elisa, ultima opera scritta dall'autrice che doveva far parte di un dittico autobiografico rimasto inattuato, seppure Per Elisa è in sé completo. Viene considerato in patria il capolavoro della scrittrice, il degno lascito prima della compianta scomparsa. In precedenza la stessa casa editrice aveva già in catalogo numerosi altri titoli tra cui Affresco (2017), La notte dell'uccisione del maiale...

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