Siamo tutti completamente fuori di noi

Un romanzo tratto da storie vere che finiranno con l' affascinare chiunque ami l' etologia e le storie sfacciettate ricche di umanità

Come è già stato scritto, si tratta di un libro molto particolare, sia per il tema che per il modo in cui è scritto. La vicenda viene raccontata in prima persona da Rosemary, che, come le ha insegnato suo padre, comincia dal centro della storia, e non dall'inizio. Nella recensione di un romanzo comune non si dovrebbe parlare della fine del libro, ma nel caso di questo in particolare è ancora più importante non parlare dell'inizio della storia... il cui "nocciolo" verrà finalmente a galla solo verso la metà del volume, dopo essere stato per tutto il tempo sotto gli occhi del lettore, in bella vista e al tempo stesso completamente invisibile. Dopo questa prima metà del libro in cui il lettore è spinto dalla curiosità "giallistica" di venire a capo di questa specie di mistero, il racconto cambia "ritmo": tutto si fa più chiaro sul piano degli eventi, ma in un romanzo in prima persona - e in questo in particolare - gli eventi non sono tutto ciò che conta. Oltre a questo "cambio di ritmo", un'altra caratteristica che può rendere difficoltoso seguire il filo della storia è il fatto che la narrazione proceda in un continuo alternarsi di ricordi della prima parte dell'infanzia di Rosemary a quelli della seconda parte della sua infanzia, e il fatto che la voce narrante sia sempre quella di Rosemary, ma in età diverse della sua vita. Tutto ciò, nel mio caso, non ha reso meno agevole la lettura, anzi, trovo la scrittura molto scorrevole e naturale, come se Rosemary stesse parlando direttamente ai lettori. Tuttavia, per godere al meglio di questo romanzo dalla trama non poi così complessa (ma in cui compaiono molto personaggi) e dalla struttura così particolare, occorre dedicargli la giusta attenzione: per questo consiglio di leggerlo - se non tutto d'un fiato come ho fatto io - in un breve lasso di tempo, lasciandosi immergere nella storia di Rosemary.

Sicuramente un romanzo "sui generis" per la trama e il modo in cui è sviluppata. Interessante per molti versi, indubbiamente impone più di una riflessione. Tuttavia ho trovato l'intreccio difficile da seguire e la narrazione poco scorrevole, e in alcuni tratti perdonatemi ma decisamente noiosa. Inoltre ho avuto la sensazione che la traduzione non sia stata particolarmente curata e accurata.