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L'America "di destra" vede in se stessa la "nazione giusta", il "popolo di Dio", la cui missione è difendere i più alti valori umani e religiosi: a questo alludono il titolo originale dell'opera,The Right Nation, e la parafrasi con cui è reso in italiano. La prima parte del lavoro ripercorre l'ascesa della destra americana nella seconda metà del Novecento, a partire dalla sua stagione meno felice, quella della presidenza repubblicana di Eisenhower, sostenuta dall'ala "moderata" del partito e non lontana dalle posizioni dei democratici. La destra repubblicana, ostile alNew Deal e contraria al coinvolgimento del paese nelle istituzioni internazionali, aveva perso costantemente le candidature presidenziali e non godeva di molta rilevanza mediatica. Tuttavia nel corso degli anni sessanta e settanta lo scenario mutò: mentre il mondo intellettuale si spaccava di fronte alla guerra in Vietnam e allaNew Left, e da una costolaliberal nascevano i neoconservatori, il Sud segregazionista abbandonava progressivamente la sua tradizionale adesione al Partito democratico. Questo processo giunse a compimento con la presidenza Reagan: negli Stati Uniti si era consolidato, sia a livello territoriale che culturale, un nuovo Partito repubblicano, molto più conservatore del precedente Grand Old Party. Ma lo spostamento a destra finì per coinvolgere, si sostiene nell'ultima parte del libro, tutta la nazione. Gli odierni democratici americani, dunque, hanno assai poco in comune con la sinistra europea: basti pensare a due significativi aspetti della presidenza Clinton, come lo smantellamento dei programmi governativi (in passato strenuamente difesi dailiberals) e l'aumento delle esecuzioni capitali (quintuplicate negli anni novanta).
Giovanni Borgognone
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