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In poche parole: un parto. All'inizio ero davvero fiduciosa, era il mio primo romanzo della Austen e ho sentito solo commenti positivi sui suoi libri. Sarà che io ho gusti difficili e mi trovo sempre contrastante coi gusti degli altri, ma ci ho messo tutta la mia buona volontà per questo libro! eppure mi fa venire la nausea anche solo a pensarci, proprio non so come ho fatto a finirlo. Tutto il libro ho aspettato un colpo di scena tra questa Anne e questo Wentworth, per scoprire che si parlano davvero soltanto 3 pagine prima della fine, tutto in un colpo! E' stato davvero deludente. Il libro nel complesso l'ho trovato noioso, lentissimo, pieno di inutili fronzoli e mille nomi buttati a caso con le loro noiosissime storie (uniche descrizioni presenti nel libro, dato che una degna descrizione di Anne o del capitano Wentworth non la trovi neanche per sbaglio!). All'inizio ero decisa a riprovare con qualche altro libro della Austen, ma ora sono totalmente scoraggiata. I suoi libri mi sanno tanto da Harmony ottocenteschi, libricini leggeri e frivoli, inconsistenti. Forse fra un po' di anni ci riproverò, ma per ora non ho intenzione di sprecare altri soldi con un libro di questo genere!
Ci stiamo dimenticando una cosa importantissima: Anne ed il capitano non hanno mai smesso di amarsi. Il loro amore è stato diviso dalle convenzioni sociali dell'epoca, dai consigli, magari anche sinceri, di chi l'amore non lo conosce e, come succedeva ai più, si sposava per interesse. Anne è stata fortunata ad aver creduto nell'amore, però. Ed infatti poi alla fine ritrova il suo amato, che mai l'ha dimenticata. E si accorge che nella vita è importante ascoltare in primis il proprio cuore. Attenzione che la storia non è romantica così come non lo è la Austen che è figlia dell'Illuminismo. Il romanticismo inteso come sentimentalismo non è presente nei suoi libri. Gli amori di cui parla sono Amori con la A maiuscola, fatti di rispetto, comprensione, gentilezza e condivisione della vita, che deve essere divisa appunto in due per sopportarne meglio i dolori e le delusioni e confortarsi a vicenda. Perchè la passione svanisce in fretta e l'Amore non vi trova, in essa, radici. Grande grandissima Austen, grande psicologa, conoscitrice dell'animo umano ed illuminata. Ci è stato fatto un dono grande da Dio, tramite lei ed i suoi libri che sono e saranno eterni.
Jane Austin è sempre Jane Austin. Solo con questa premessa è possibile andare avanti, perché lei non delude mai. Al contempo ho trovato questo suo ultimo libro, pubblicato postumo, un po' diverso rispetto agli altri. E' vero che la maturità dell'autrice traspare prepotentemente, ma ciò che rimane invariato è il suo stile schietto, la sua prosa ironica e cristallina. E' un'arte saper scrivere in questo modo, saperci far entrare nella mente di Anne Elliot e fare il tifo per lei, spronarla mentalmente a non rassegnarsi ad una vita programmata da altri. E' un'arte che Jane sa esercitare, ma questa volta senza quella vivacità eccessiva che l'aveva contraddistinta in altre opere. E la malinconia che insinua tra le pagine del libro sono dettate dalla consapevolezza della maturità, quando le nebbie della gioventù si diradano davanti agli eventi passati della vita e si scorgono le strade che prima sembravano impossibili o non percorribili, proprio come Anne che persuasa ad allontanarsi dal suo amato lo riconquista anni dopo non con le armi dell'ironia e della spigliatezza, ma con la pacatezza, la cultura e le buone maniere. Storia godibilissima, personaggi ben delineati, una lettura piacevole e consigliata.
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