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La psicoanalisi contemporanea. Teoria, pratica e ricerca
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Descrizione


Nel corso della sua storia, il movimento psicoanalitico è andato incontro a un'espansione e a una diversificazione lungo molteplici linee di fuga. Il volume esamina il contributo apportato dalle varie scuole di pensiero, sottolineando le differenze e rintracciando le similarità fra neofreudiani, kleiniani, psicologi del Sé, psicologi delle relazioni oggettuali, lacaniani e indipendenti. Gli autori affrontano anche la questione cruciale dei rapporti fra psicoanalisi e psichiatria e mantengono lo sguardo rivolto ai futuri sviluppi.
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Dettagli

1998
1 ottobre 1998
338 p.
9788870785234

Voce della critica


recensioni di Mancia, M. L'Indice del 1999, n. 03

Questo libro è giustificato dalla profonda trasformazione cui è andata incontro la psicoanalisi in questi cento anni. Naturalmente non è possibile in poco più di trecento pagine toccare tutti gli aspetti della relazione analitica. Gli autori si soffermano su teoria e pratica e, brevemente, sulla ricerca in psicoanalisi.Nella prima sezione, dedicata alla teoria, è di un certo interesse il concetto di inconscio, che da una dimensione dinamica collegata alla rimozione del desiderio si trasforma in un mondo dominato da fantasie inconsce, affetti prodotti dalla frustrazione del desiderio e da precipitati oggettuali (oggetti interni) che riguardano le figure più significative dell'infanzia del paziente (i genitori).In questo contesto le difese messe in opera dal paziente sono tese a minimizzare il conflitto, a ridurre la tensione e creare un processo omeostatico intrapsichico.

Ma il clou della parte teorica riguarda il transfert e il controtransfert.Di questi aspetti fondamentali della relazione analitica gli autori riportano la concezione "classica" e quella "moderna".La prima concezione del transfert è legata all'idea del processo analitico inteso come ricostruzione, la seconda come costruzione, nell'hic et nunc della seduta; ripetizione del passato nella concezione classica, proiezione nel presente, nella figura dell'analista, di una dinamica tra oggetti interni, nella concezione moderna. Analogamente il controtransfert da ostacolo alla relazione diventa il più importante alleato per capire gli elementi emergenti del transfert del paziente.

Nel capitolo sulla relazione analitica vengono passati in rassegna i molteplici fattori che concorrono al processo analitico: conferma, rassicurazione, empatia, elaborazione, fino all'interpretazione, essendo quest'ultima l'operazione che consente al paziente di vedere ciò che prima non poteva vedere, e di ampliare così il suo "campo percettivo intrapsichico". Lo scopo di ogni interpretazione è quello di produrre insight, cioè di integrare il processo inconscio con la conoscenza conscia e di mettere in relazione passato e presente.

Numerose sono quelle impasses che gli autori chiamano "dilemmi clinici", come i ritardi cronici, le interruzioni, gli stalli, gli agiti, i suicidi. Questi "dilemmi" sono diversamente presenti nella relazione analitica, a seconda che si tratti di pazienti adolescenti, anziani, in terapia farmacologica.Quest'ultima terapia non è necessariamente in conflitto con la psicoanalisi poiché in alcuni casi può facilitare l'incontro analitico alleviando i sintomi del paziente e quindi preparando il terreno per un buon trattamento.È importante riuscire a capire il significato che il farmaco può avere per il paziente e come può essere elaborato all'interno del transfert.

L'ultima parte, quella dedicata alla ricerca, è la più modesta, anche perché "il mondo interno con il quale la psicoanalisi ha a che fare è alla portata della sola introspezione e dunque, proprio come l'arte, è intrinsecamente inadatto a costituire oggetto di ricerca scientifica".

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