L' uomo nel quadro

L'uomo nel quadro è davvero una ghost story, come leggete sulla copertina: c'è un quadro, un dipinto ad olio nello specifico, di fine 1700, opera di un autore ignoto, che raffigura una scena di Venezia durante il carnevale. Si vede una folla variegata di uomini e donne, in costume, sul Canal Grande. Non è un'opera bellissima, ma attrattiva, affascinante: chi lo guarda non riesce a staccare gli occhi dai personaggi. Che non sono sempre gli stessi, ma imprigionano volti noti agli spettatori...

Questo racconto mi é sembrato un maldestro tentativo di omaggiare 'La mezzatinta' di M.R. James.La storia,narrata con uno stile che richiama quello di fine ‘800,é correttamente inquadrabile,come già riportato sulla sovracoperta,in una ghost story.Peccato,però,che ad un inizio promettente,sia seguito uno svolgimento noioso e ripetitivo che,lungi dall'avermi appassionato,ha via via fatto scemare il mio interesse.La cosa che mi ha infastidito di più,però,é stata l'apparizione,nella terz'ultima pagina,di un cellulare...Ma come?L'autrice,dopo aver cercato di non dare riferimenti temporali(inizialmente avrei datato la vicenda tra gli anni venti e quaranta),se ne viene fuori con un dettaglio che sposta il tutto in avanti di almeno cinquant'anni???Dopo il bellissimo 'La donna in nero',la Hill inciampa in questo racconto lungo(o meglio,dovrei dire,allungato) che,spacciato come un capolavoro,si rivela essere una modesta opera secondaria

La trovata dell'uomo intrappolato nel quadro è forse un pò abusata, ma la storia raccontata in questo libro fa comunque accapponare la pelle. Libro in ogni caso rilassante nella sua atmosfera British. Splendido l'omaggio reso alla Serenissima.