Bidoni. L'incubo. Da Aaltonen a Zavarov. 100 storie di campioni in teoria, brocchi di razza, guitti, avventurieri e giullari del calcio italiano dal 1980 a oggi

libro godibilissimo e graziosissimo. ironia in punta di penna e sguardo divertito e divertente. se qualche giornalista sportivo in piu' scrivesse come zara, la stampa italiana di settore non sarebbe il pianto che e'. Detto questo, concordo sul fatto che mettere un voto in relazione alla scelta dei calciatori (alcuni dei quali scelti, immagino, solo perche' offrivano una storia interessante da raccontare) sia una scelta sbagliata: lo stile e il modo di raccontare mi sembrano molto piu' importanti per valutare un libro. Inoltre, se e' pur vero che alcuni dei personaggi tratteggiati non erano calcisticamente dei bidoni in senso stretto (penso per primo a Detari), hanno pur sempre ottenuto dal calcio molto meno di quanto avrebbero potuto a causa della loro immensa presunzione ed in questo senso, se non bidoni, si sono dimostrati guitti, avventurieri o giullari, come da sottotitolo.

cmq le persone che hanno bocciato questo libro solo perche' non si trovano d'accordo su alcuni "bidoni" secondo me fanno un grossissimo errore. Lo stile e' molto personale e sinceramente mi sono molto divertito, poi alla fine se scifo e detari non meritavano di finire su quel libro, poco importa.

L'idea è davvera simpatica e alcuni ritratti, frammischiati ad aneddoti esilaranti, fanno letteralmente "piangere". Su tutti citerei le pagine di Luis Silvio Danuello, Caraballo, Zahoui, Eneas, Andrade, Detari, Eloi, Renato, Rubio, Batista, Anastopoulos e Zavarov ma francamente trovo molto opinabile il parlar male di Hagi e Futre (grandi giocatori che non hanno colpe se l'età avanzata e alcuni infortuni gravissimi li hanno "massacrati") così come l'inserirli tra i "bidoni" del nostro calcio; inoltre trovo ingiusto il citare le varie meteore delle serie cadette, giocatorini senza arte nè parte che fecero il loro partendo dal nulla (Ferrier, Fig, Gorostei...giocavano tra B e C, chi si aspettava nulla da costoro?). Zara, insomma, diverte senza prendersi troppo sul serio ma a volte si lascia trascinare dalla penna fino al varcare la soglia dell'equilibrio critico. Insomma: trovo poco razionale citare gente come Enynnaya, giovane promettente distrutto dagli infortuni, o addirittura dei campioni del mondo quali Berthold e Klinsmann che di certo in Italia non fecero male! Semmai, è giusto notare molte assenze celebri: giocatori che, soprattutto a cavallo tra gli anni 80 e 90, hanno lasciato segni indelebili di mediocrità assoluta: ELIO SERGIO FORTUNATO, MUSTAPHA ARSLANOVIC dell'Ascoli, ACO TRIFUNOVIC dell'Udinese, LUVANOR e PEDRINHO del Catania (tremendi) MARIO BEEN e PAUL ELLIOTT del Pisa (il primo diceva che non era giusto criticare gli stranieri del Pisa perchè lui i gol li faceva. Ne fece uno) gli inglesi GORDON COWENS e PAUL RIDEOUT del Bari, i brasiliani TITA ed EDMAR del Pescara (che anni dopo prese i vecchi SIVEBAEK e MENDY) SKOV dell'Avellino, SKORO del Torino, VINCZE del Lecce, gli svedesi DAN CORNELIUSSON e JOHNNY EKSTROM a cui aggiungere il "cremonese" LIMPAR (dipinto come un fenomeno scandinavo) PRYTZ del Verona, GUTIERREZ della Lazio e TROGLIO di Lazio e Verona, AMARILDO (Lazio e Cesena se non erro) i sudafricani FISH (Lazio) e TINKLER (Cagliari) per non parlare dei bidoni moderni dell'Inter.