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Sono assistente universitario di archeometria presso il dipartimento di geologia di un 'universita' romana. Tutti i giorni ho a che fare con reperti da analizzare e con "esperti di archeologia e datazione di materiali inorganici". So che questo e' solo un piccolo contributo , una piccola recensione ma dato che ho letto commenti assurdi scrivo queste poche righe sperando servano a qualcuno piu' illuminato. Dalla mia esperienza, ogni volta che in ambiente universitario ci si trova davanti a reperti di dubbia origine e di difficile collocazione tecnico-storica si tende sempre a scartare risulatati ambigui o a nasconderli. La vera casta religiosa e' oggi quella scientifica in cui purtroppo vivo tutti i giorni. Il libro e' senz'altro da leggere perche' contiene spunti di riflessione interessanti come del resto molti altri libri del genere; consiglio a questo proposito agli interessati di leggere la bibliografia completa di Peter Kolosimo e Roberto Volterri, che per chi non lo sapesse scrivono con condizione di causa, essendo stato Kolosimo direttore di un centro di studi preistorici e Volterri tutt'ora ricercatore presso l'universita' tor vergata di Roma. Purtroppo in una realta' dove la storia stessa,anche quella piu' recente,appare cosi oscura e piena di segreti e bugie sconcertanti c'e' qualcuno che sotto la bandiera di uno scientismo ortodosso parla ancora di argomenti al limite come di sciocchezze. Vi racconto un ultima cosa.....sono stato a Cannetto di Carosia anni fa durante il susseguirsi di stranissimi fenomeni di combustione spontanea dei piu diversi materiali....nessuno (compreso me )ha trovato una spiegazione convenzionale nonostante molti fenomeni si verificarono sotto gli occhi di tutti; e' solo un piccolo esempio, potrei farne centinaia......quindi non fatevi scoraggiare da qualche recensione non professioanale....cercate di leggere e selezionare usando le bibliografie dei testi migliori....del resto i fenomeni che noi possiamo osservare normalmente sono la picolissima parte di quello che esiste!
Come nel precedente (Archeologia misterica), anche in questo libro l'Autore parla di tutti quei ritrovamenti archeologici che la scienza ufficiale considera strani o impossibili, perchè contraddicono le teorie canoniche sullo sviluppo della civiltà umana. A mio modesto parere è un bellissimo libro che ci fa capire come molto spesso la verità non è quella che ci propinano i libri di storia, ma è ancora tutta da scoprire. L'unico aspetto negativo del libro è il fatto che Burgin calca troppo la mano sui suoi conflitti personali con l'establishment accademico, mettendo qualche volta in secondo piano l'importanza delle scoperte e delle teorie che ci propone.
Credo che il problema di questo libro, così come di altri simili, sia proprio la mancanza di metodologia scientifica. Non si presentano fatti - anche se così può sembrare ai più sprovveduti-, si affermano verità; ovviamente utilizzando la strategia di appioppare al nemico, la scienza "ufficiale", il proprio comportamento. E' una delle tattiche più classiche: costruirsi un nemico di comodo. E questo perchè presentando la cosa come uno "scontro di religioni" (libri di tal genere sono infatti più simili a testi religiosi, come nota Trigger nel suo "Storia del pensiero archeologico", che a ricerche scientifiche), è molto più facile scadere nell'iper-relativismo (una verità vale l'altra, tanto son tutte credenze), ed evitare di sottoporre al vaglio della scienza questi presunti "fatti" riportati. Eh sì, perchè a parole ci si lamenta che la scienza non si occupa di queste cose, si invoca il metodo scientifico quindi, ma poi, al dunque, si sfugge il confronto, il metodo scientifico non va più bene. E non va bene perchè smonta le proprie credenze, che si sciolgono come neve al sole. E' insomma l'esatto opposto del percorso tracciato dall'amico Davide. E che questo passi con tanta leggerezza, con tale mancanza di spirito critico, che si arrivi a scambiare l'una cosa per l'altra, ad attribuire fatti a chi non li porta e viceversa, mi fa capire quanto facciano presa tali mistificazioni, e quanto deboli siano le difese, i filtri di molti lettori. Certo, questo è anche comprensibile, non tutti possono essere esperti di archeologia e storia, ma proprio per questo consiglierei, prima di credere al primo venuto, di ascoltare anche qualche altra campana. Altrimenti si finisce appunto per adottare un atteggiamento tipicamente religioso, accettare le verità di un libro sacro, senza critica, senza confronto. E a questo punto allora, se si vuole credere per forza, non si chiami in causa la scienza, non se ne ha alcun bisogno. Ad ogni modo per qualche confutazione si veda per esempio il libro di Paul Jordan "La sindrome di Atlantide".
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