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Anno edizione: 2008
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Opera molto interessante; soprattutto per chi, come il sottoscritto, abbia figli in età scolare. L' autrice entra in profondità nel problema, proponendo anche delle metodologie pratiche per prevenire il problema e/o cercare di risolverlo. Consigliato sia al personale docente come ai genitori.
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"L'aggressività è una forza, ma se esce dagli argini si trasforma in violenza. La violenza ci affascina perché ci fa sentire vivi." Questo nuovo saggio di Anna Oliverio Ferraris, dedicato al tema del bullismo giovanile, muove i primi passi dal fascino perverso che la violenza può esercitare sui giovani. Inizia con l'ampia gamma di episodi violenti, ripresa dalle cronache dell'anno scorso, che ha visto protagonisti ragazzi e ragazze giovani, adolescenti dai tredici anni in su, che i mass media etichettano genericamente come "bulli". La psicologa piemontese, che da anni si occupa delle giovani generazioni, espone in queste pagine i problemi dei ragazzi troppo aggressivi, quelli che picchiano, che accoltellano per un piccolo screzio, o che scatenano mega risse nelle discoteche per uno sguardo alla fidanzata dell'altro, tutte vittime della seduzione esercitata dalla violenza sul loro essere fragili e irresponsabili.
è un saggio ricco di testimonianze, interviste, fatti di cronaca, scritto con la saggezza e l'esperienza di una donna che vuole impedire che la violenza rovini la vita ai nostri figli. Che racconta tante esistenze smarrite, nelle quali il significato della violenza sta nascosto tra il visibile e l'invisibile, nell'incapacità di esprimere i propri sentimenti con le parole, nella depressione, o nel vero e proprio ritardo mentale. Il libro illustra alcuni fattori che possono causare l'esplosione della violenza, come ad esempio i traumi mai risolti per le percosse o per gli abusi subiti dai propri familiari nell'infanzia, oppure la perdita non elaborata di affetti e di figure di riferimento, o ancora l'influenza dell'ambiente malavitoso dove vigono le leggi del branco, del racket e dei "compari".
In questo scenario poco edificante, come salvare i bambini e i ragazzi, si chiede Anna Oliverio Ferraris, dal doppio ruolo di vittime e di aggressori? Molto si può fare con la prevenzione, scrive la psicoterapeuta, con l'educazione che inizia in famiglia, tra le mura di casa. Bisogna dare ai figli "un'alfabetizzazione emotiva": significa imparare a gestire la rabbia, insegnare l'autostima, così che siano poi in grado di reggere alle pressioni del gruppo e al "carisma dei prepotenti".
Il libro oltre che viaggio attraverso le storie della devianza giovanile, diviene così anche un'utile guida pratica per i genitori e per gli insegnanti, perché fa riscoprire il valore dello sport, della musica e dell'arte, come risorse per stimolare nei bambini l'amore di sé, il piacere della sfida e del rispetto dell'altro.
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