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Educazione siberiana
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Educazione siberiana - Nicolai Lilin - copertina
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Educazione siberiana

Descrizione


Cosa significa nascere, crescere, diventare adulti in una terra di nessuno, in un posto che pare fuori dal mondo? Pochi forse hanno sentito nominare la Transnistria, regione dell'ex Urss autoproclamatasi indipendente nel 1990 ma non riconosciuta da nessuno Stato. In Transnistria, ai tempi di questa storia, la criminalità era talmente diffusa che un anno di servizio in polizia ne valeva cinque, proprio come in guerra. Nel quartiere Fiume Basso si viveva seguendo la tradizione siberiana e i ragazzi si facevano le ossa scontrandosi con gli "sbirri" o i minorenni delle altre bande. Lanciando molotov contro il distretto di polizia, magari: "Quando le vedevo attraversare il muro e sentivo le piccole esplosioni seguite dalle grida degli sbirri e dai primi segni di fumo nero che come fantastici draghi si alzavano in aria, mi veniva da piangere tanto ero felice". La scuola della strada voleva che presto dal coltello si passasse alla pistola. "Eravamo abituati a parlare di galera come altri ragazzini parlano del servizio militare o di cosa faranno da grandi". Ma l'apprendistato del male e del bene, per la comunità siberiana, è complesso, perché si tratta d'imparare a essere un ossimoro, cioè un "criminale onesto". Con uno stile intenso ed espressivo, anche in virtù di una buona ma non perfetta padronanza dell'italiano, a tratti spiazzante, con una sua dimensione etica, oppure decisamente comico, Nicolai Lilin racconta un mondo incredibile, tragico, dove la ferocia e l'altruismo convivono con naturalezza.
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Dettagli

2010
Tascabile
343 p., ill. , Brossura
9788806202569

Valutazioni e recensioni

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domenico
Recensioni: 2/5

L'autore sa scrivere bene ma il libro è stato abbondantemente sopravvalutato. E' un romanzo e non serve andare su internet a cercare conferme per accorgersi fin dalle prime pagine che non ha nulla di autobiografico, gli episodi di malavita e riformatorio sono stati probabilmente tratti da racconti di suoi conoscenti di fronte a qualche bottiglia di vodka. Il romanzo è praticamente senza trama ma pur sempre avvincente, a metà tra I ragazzi della via Pal e Limonov. Quello che trovo vergognoso è piuttosto la continua mitizzazione della educazione criminale siberiana. Nel crimine non c'è mai nulla di eroico e l'onore non è parola adeguata per descrivere la vita dei criminali. Ma scrivere di "sotterranei" in questi tempi malati paga, evidentemente.

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Giuliano
Recensioni: 3/5

Non conoscevo per niente Lilin. Questo è il mio primo libro. Approfondendo sul suo conto, sono venuto a sapere delle molte contraddizioni che ha suscitato, in particolare quelle sulla veridicità del suo passato. Ora, se è vero che sicuramente il libro offre una visione inevitabilmente romanzata dei fatti, dall'altra parte mi sembra completamente assurdo credere che Nicolai sia un contaballe seriale. Inoltre non posseggo(come molti altri) gli strumenti per giudicarlo sul piano delle vicissitudini personali. Si tratta della sua parola contro (eventualmente) la nostra... e nient'altro. Quindi preferisco dare un giudizio sul libro in sé. Ecco, se dovessi dire cosa mi ha deluso, non avrei dubbi: la scrittura, troppo didascalica, troppo simile alla formula saggistica. Cosa che alla lunga mi ha stancato. Gli argomenti erano appassionanti, ma talvolta privi di mordente. Il 3 va per i contenuti e l'idea dietro a questo libro che, al netto di tutti, me l'hanno fatto apprezzare lo stesso

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Fabio-FI
Recensioni: 1/5

Dopo averlo ritrovato per caso fra le mie cose, stavolta mi sono deciso fortemente a finirlo (vedi mia precedente recensione del 9/11/2011). Confermo che, dove ho letto da qualche parte, sembra un libro di barzellette. E fra l'altro non ce n'è una che fa ridere..

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Conosci l'autore

Nicolai Lilin

1980, Bender, Transnistria

Nicolai Lilin è uno scrittore russo, di origine siberiana, nato nel 1980 a Bender, in Transnistria (regione all’epoca facente parte dell’Unione Sovietica). Scrive in lingua italiana. Lilin è il suo pseudonimo, scelto in omaggio alla madre dell’autore, Lilia. In russo infatti Lilin significa “di Lilia”. Il suo vero nome, così come riportato all’anagrafe italiana, è Nicolai Verjbitkii.Nel 2003 si è trasferito in provincia di Cuneo, dove ha fatto il tatuatore, avendo studiato per tanti anni i tatuaggi della tradizione criminale siberiana e imparato le tecniche e i codici complessi che li regolano. Dal 2010 vive e lavora a Milano.Presso Einaudi ha pubblicato i romanzi Educazione siberiana (2009), tradotto in diciassette Paesi,...

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