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Che noia la poesia. Pronto soccorso per lettori stressati - Hans Magnus Enzensberger,Alfonso Berardinelli - copertina
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Che noia la poesia. Pronto soccorso per lettori stressati
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Che noia la poesia. Pronto soccorso per lettori stressati - Hans Magnus Enzensberger,Alfonso Berardinelli - copertina
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Descrizione


Nel volume, gli autori spiegano come sono strutturati i versi, quali sono le varie forme poetiche, dall'antichità ai giorni nostri, e forniscono alcune indicazioni pratiche su come accostarsi allo scrivere poesia; seguendole, non solo si impara in un modo divertente e creativo, ma si fa quello che gli scrittori di tutti i tempi hanno fatto, si capiscono le potenze esplosive del linguaggio. Il testo originale è concepito per il pubblico tedesco; di concerto con Hans Enzensberger, Alfonso Berardinelli in qualche punto modifica e integra il testo con esempi e riferimenti legati alla nostra cultura.
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Dettagli

2006
30 maggio 2006
156 p., Rilegato
9788806175238

Voce della critica

La critica fa parte dell'equilibrio biologico e la sua estinzione favorisce una crescita incontrollata di scrittori. La poesia, in particolare, sta vivendo un grande momento. La poesia non è impegnativa, si produce, contro la comune opinione, più facilmente della prosa, si può leggere a salto, nei ritagli di tempo e, forse è ora il suo vero vantaggio, si può farne manifestazioni pubbliche di varia misura dove la gente va volentieri a distrarsi – distrarsi senza spesa, tant'è vero che applaude qualsiasi cosa e se ne va senz'acquistare il libro né sul posto né poi. Inoltre la poesia, merce com'è, per molti sta ancora dentro un alone superstizioso: ecco perché si accettano anche testi di cui non si capisce un'acca. Insomma, che menzogna, si potrebbe dire. Ma i due amabili precettori hanno confezionato questo libretto contro la noia delle aule scolastiche o i commentari burocratici con cui si disgustano precocemente i giovani dalla poesia sostituendo alla "lettura" (sensibile, individuale corpo a corpo con il testo) il cosiddetto "studio". Enzensberger, con elegante omissione dei nomi dei colpevoli, cita due passi esilaranti, uno grintosissimo che verte su Soggetto e letterarietà, l'altro che va dritto dritto nella mistica dell'arte.
Abbiamo davanti un piccolo manuale di liberazione della mente, con viaggio internazionale agevolato, tramite esempi, nella metrica e nei generi lirici (cose che anche gli studenti universitari ormai ignorano). Liberazione dal tabù della poesia per i tanti lettori di prosa che davanti a lei dicono non seguo, non capisco, non so come giudicarla. La poesia non è sacra, l'hai in te e intorno a te, dice il libretto, è un'onda che si leva dal vissuto e può apparire anche nelle filastrocche apprese nell'infanzia, nelle canzoni popolari, nei ritmi dei rapper. Alto e basso, serio e comico, rime o non rime, da Dante a Tasso, da Leopardi a Gozzano a Palazzeschi, agli scherzi di Jandl: poesia è però solo quando, a scavalco fra visivo o sonoro, v'è un c'è che allude a un non c'è: il poeta, "quando sente suonare, vede qualcosa che gli altri non vedono, perché è come se l'ottone diffondesse bagliori". E i timidi lettori vanno difesi anche dalla valanga di produttori di poesia che dalle avanguardie del Novecento ricavano ancor oggi un tutto è lecito e si effondono in versi liberi, in messaggi oscurissimi: di nuovo il sacro e l'intimidatorio.
Dei due autori chiamerei Enzensberger l'illuminista e Berardinelli l'illuminato, e dopotutto è dai "lumi" che, citata da quest'ultimo, ci arriva anche la semplice idea di W.H. Austen nel saggio Leggere: "Il piacere è ben lungi dall'essere una guida critica infallibile: è però la meno ingannevole". La scrittura del manuale è delle più piane e belle che vi siano in circolazione (viene in mente Celan che diceva: la poesia è "un dono delle mani"). Berardinelli vi riprende anche il suo discorso, per nulla superato, su tradizione e modernità (basta con il mito di Ezra Pound!) e irride implicitamente anche alle due superstizioni dominanti fra gli addetti ai lavori: guai al "contenutismo" e, per amor del cielo, no alla distinzione fra "bello" e "brutto". Resta da capire di cosa si parla se il contenuto non deve avere peso e perché si sta a parlare, di letteratura, se non sono in gioco, chiamali come vuoi, il bello e il brutto. Dove si galleggia altrimenti, in un saggio accademico o in una recensione di giornale?
  Anna Maria Carpi

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Conosci l'autore

Hans Magnus Enzensberger

1929, Kaufbeuren

Hans Magnus Enzensberger è stato uno scrittore tedesco. Ha scritto anche sotto lo pseudonimo di Andreas Thalmayr e Linda Quilt. Nel primo dopoguerra divenne uno degli animatori del Gruppo 47, movimento intellettuale che annoverava tra le sue fila scrittori come Grass, Böll, Celan e che si prefiggeva di far risorgere la cultura tedesca dimenticata e repressa dal regime nazista. Giornalista, professore universitario, poeta, traduttore e saggista, fondò nel 1965 la rivista «Kursbuch», tra le più vivaci della Repubblica Federale Tedesca. Le sue poesie sono sapientemente intessute di giochi di parole, termini gergali, citazioni saggistiche. Le raccolte principali, spesso nutrite di satira politica, sono Difesa dei lupi (Verteidigung der Wölfe, 1957, nt),...

Alfonso Berardinelli

1943, Roma

Alfonso Berardinelli, critico letterario e saggista, è noto per aver sollevato numerose polemiche: sui metodi della critica, sul ruolo degli intellettuali, sul linguaggio filosofico, sull’insegnamento letterario. Tra i suoi libri: La poesia verso la prosa. Controversie sulla lirica moderna (Bollati Boringhieri 1994), L’eroe che pensa. Disavventure dell’impegno (Einaudi 1997), Nel paese dei balocchi. La politica vista da chi non la fa (Donzelli 2001), La forma del saggio (Marsilio 2002), Che noia la poesia. Pronto soccorso per lettori stressati (con H.M. Enzensberger, Einaudi 2006), Casi critici. Dal postmoderno alla mutazione (Quodlibet 2007), Che intellettuale sei? (Nottetempo 2011), Non incoraggiate il romanzo (Marsilio 2011). Ha fondato e diretto con Piergiorgio...

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