Una separazione

Appena terminato e, lo confesso, con la rapidità che si dà alle letture che si desidera ultimare più per sapere come va a finire che per reale interesse e rapimento, scorrendo le pagine a saltelli, evitando ripetizioni e descrizioni piuttosto noiose e ininfluenti. Non mi è piaciuto insomma, mi aspettavo un approccio più intenso, più partecipato emotivamente e invece ho percepito solo freddezza e distacco da quello che doveva essere un thriller amoroso.

La protagonista, che è anche voce narrante, conduce una ricerca reale (quella dell'ex marito misteriosamente scomparso) che collima con una ricerca più teorica sulla natura della loro relazione, sulla natura dell'uomo da cui è ufficiosamente separata da alcuni mesi, ma che continua, anche con la sua assenza, ad essere oggetto di amore e pensieri quasi ossessivi. L'uomo scomparso diventa il protagonista della storia attraverso la narrazione della donna, ma soprattutto attraverso ciò che la donna immagina della sua vita in quell'angolo sperduto di Grecia dove ha trascorso gli ultimi giorni prima di sparire. Una sorta di flusso di coscienza, congetture, analisi, immagini, ricordi convergono e si uniscono ai pochi fatti che scandiscono la storia. A mio avviso però, proprio la narrazione soggettiva fatta di situazioni continuamente "immaginate e supposte" da parte della narratrice, in contrapposizione con i pochi fatti reali di cui si dispone, rende a tratti la narrazione petulante e la lettura un po' noiosa.

Elaborazione di una separazione ed elaborazione di un lutto. La kitamura ci accompagna, con una scrittura che invoglia a voltare le pagine, in un percorso di analisi e comprensione di cosa significhi una storia passata ma non necessariamente finita. Già che i ricordi e il vissuto, nei suoi aspetti positivi e negativi, ci accompagna per sempre. Consigliato.