L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un’“opera-mondo”: proietta in un ambiente e in un’epoca lontani ma autosufficienti, e consente di viverci un’avventura con gli occhi, nella testa e nei corpi dei loro personaggi, grandi e piccoli, con i loro oggetti, le usanze, i luoghi, la lingua persino. Un romanzo dalla forza di attrazione e persuasività rare. Ma questo diamante ha qualche imperfezione, non pochi banali “errori”, che un editor avrebbe potuto correggere facilmente, e qualcuno meno banale. L’"effetto di realtà” di certi dettagli è impressionante: le usanze della Calabria e dei suoi pastori dell’‘800, i vestiti, le medicine, le armi e specialmente i cavalli in uso al neonato esercito italiano. Ma i "tram pubblici" nella Catanzaro del 1863? E il fatto che qualcuno vi fumi l'oppio? Qualcuno ha lamentato nel romanzo la presenza di scene violente e di una molto pesante di torture (documenti dell’epoca alla mano, cose del tutto verosimili); io avevo notato anche continue metafore naturalistiche. Entrambe le cose derivano da Meridiano di sangue di McCarthy, come la prosa asciutta, le psicologie essenziali, la “naturalezza”, anzi la “naturalità” delle violenze, delle morti e delle azioni umane. Tuttavia con questo impianto efficace fanno a pugni le saltuarie digressioni informative sulla Legge Pica, sul ruolo dei giudici o della guardia nazionale, e le torsioni non rare delle voci “interne” verso quella onnisciente e colta. Insomma qua e là la voce autoriale diventa quella classica dei romanzi meridionalistici: l’autore ha idee precise sul brigantaggio, che non a caso mai è citato come tale; perciò non esistono nel libro, nemmeno nelle parole dei loro nemici, i “briganti”, ma solo “ribelli” e “combattenti”. E ciò malgrado, lontano da ogni tentazione "neo-borbonica", essi non siano affatto idealizzati, anzi facciano cose tremende, come uccisioni di civili o torture di prigionieri; cose che fanno pure i loro nemici, peraltro, i soldati dell’esercito italiano (come confermato da qualche documento dell’epoca).
Romanzo volutamente, esageratamente splatter. La bellezza poetica di alcuni passaggi si perde tra le dettagliatissime descizioni di stupri, mutilazioni, omicidi, violenze, massacri, al limite della sopportazione e, in qualche caso, anche involontariamente ridicole. Dispiace, perchè l'idea di partenza è interessante e originale.
Concordo in linea di massima con la precedete recensione. Quel che alla fine offre il libro è soprattutto una serie di carneficine descritte con ( sadica ) dovizia di particolari, mentre la storia narrata resta tutto sommato in secondo piano. Insomma: la vicenda in sè appassiona poco, si va avanti nella lettura giusto per vedere quando i massacri e le uccisoni cessino. E purtoppo il valore di un libro si basa su altri parametri.Pessimo.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore