Il senso delle cose

Un vero gioiellino del premio Nobel Claude Simon. Una prosa raffinata la cui musicalità si fonde perfettamente con la struttura complessa dell'opera, di cui le tre storie, come tre racconti, fanno da cornice ad un discorso letterario di più ampio respiro, come del resto ci ha insegnato la letteratura dello sguardo di questa raffinata avanguardia francese del secolo scorso in antitesi con la classica e lineare tradizione romanzesca dell'800. Simon dipinge atmosfere, l'atmosfera delle cose, con apparente freddezza chirurgica sotto la cui superficie però pulsano colori vivissimi che vibrano di vita propria. Un piccolo e breve capolavoro, inedito in Italia, una bizzarra e stimolante esperienza letteraria.

Libro particolare (ed eccezionale). Binario che guida la lettura sono le minuziose e dettagliatissime descrizioni degli oggetti. Le tre storie ci viaggiano sopra, intrecciandosi tra loro seppur procedendo parallelamente; le vicende sono discontinue e sfocate, potrebbero accadere in qualunque spazio e tempo, in proprio quello o in nessuno. E' possibile fare solo ipotesi riguardo ai personaggi e alla loro storia; la conoscenza è incerta e provvisoria ed è raccontata quasi esclusivamente dagli oggetti, descritti fin nei minimi particolari ma in modo inconstante. Si possono fare solo supposizioni sulla base di sensazioni: "leggere" per citare un testo che accompagna il libro, "è allora scoprire una nuova possibile logica del reale; è tentare di decodificare la lancinante frammentarietà per ricondurla a una (sempre provvisoria) unità". Il senso delle cose, in questo romanzo, perde la sua linearità, perde il suo ordine, come pezzi di puzzle che possono incastrarsi arbitrariamente. Il testo si presta, così, a molteplici letture e punti di vista che genera nel lettore un'autentica ansia di scoperta di senso.