Se mio figlio gioca con Mohamed. Riflessioni, consigli, attività per insegnare a bambini e ragazzi il valore della differenza

Un libro utilissimo per i genitori, ma anche per insegnanti, educatori, allenatori, per chiunque si trovi ad affrontare il difficile compito di educare i nostri ragazzi in una società sempre più multietnica. Scritto da un italiano e rivolto a italiani, lo si può facilmente leggere "alla rovescia", come una guida per famiglie straniere che vivono in Italia e vogliono accompagnare i loro figli all'incontro con un’altra cultura. Ogni capitolo affronta un aspetto del problema, introdotto da un esempio concreto: i manifesti razzisti che tappezzano i muri, i buffi malintesi fra un gruppo di turisti e un cameriere giordano, lo sconcerto creato in un asilo nido milanese dall'arrivo di una giovane mamma col velo. A ogni racconto segue una breve riflessione e poi una serie di possibili attività pratiche, divise per fasce d'età (3-6 anni, 7-11 anni, 12-15 anni). Perché certe cose s'imparano subito o mai più E perché il modo migliore per insegnarle non è la predica ma il gioco, la scoperta, l’esperienza concreta che coinvolge tutti i cinque sensi. Mantegazza suggerisce che i terreni d'incontro e confronto sono tantissimi: dal cibo tipico ai preparativi per la notte, dai riti di iniziazione che accompagnano l’adolescenza a quelli funerari. Per conoscere gli usi degli altri serenamente e senza tabù. Il percorso proposto dal libro è quello di un avvicinamento in più tappe. Una delle più importanti è l’immedesimazione, il mettersi nei panni degli altri. Cosa avrà provato il mio compagno di banco ad affrontare il viaggio verso l’Italia, un viaggio lungo, pieno di incognite, a preparare una piccola valigia con le sue cose sapendo che forse non sarebbe più tornato a casa? Ci sono giochi di ruolo, in cui ai bambini italiani viene proposto di trovare il corrispettivo di epiteti come "negro" o "extracomunitario". E a quel punto di immaginare cosa proverebbero ad essere chiamati 24 ore al giorno "palliducci". Tutto questo senza mai rinunciare ai propri gusti, alle proprie individualità.