La scrittura non si insegna

Parliamoci chiaro, io scrivo e sono dell'idea, appunto, che la scrittura non si insegna e sono molto d'accordo col pensiero di Vanni; certo non lo potevo sapere prima di comprarlo, ma i libri vanno anche a sentimento e questo il sentimento me lo ispirava. Bisogna mettere in conto che la maggior parte delle pagine sono schiaffi in faccia per svegliare chi legge. Ammetto che quando l'ho chiuso ho quasi pensato che mai nessuno pubblicherà il mio libro, né ora né mai, ma poi mi è passata questa sensazione e ora mi sento pronto più di prima (a farmi dare porte in faccia). Come riassumere il libro? Non lo riassumi. Ma, in pratica, l'esperienza si fa leggendo e scrivendo. Se non si sa cosa leggere Vanni ci fornisce una lista abbastanza infinita. Ognuno poi è libero di seguirla come crede. Ma è anche una bella scoperta di come funzionano tante cose che potreste conoscere o no.

Divertente e illuminante per chi vuole scrivere e magari pubblicare. Leggibile anche dal "semplice lettore" per le molte belle liste di letture.

Non so se questo libro sia utile per chi aspira a diventare uno scrittore. Certamente, Santoni sa quello che dice, perché è completamente immerso nella realtà editoriale italiana contemporanea. Quello che viene fuori è il ritratto di una editoria impantanata nelle sabbie mobili, dove a uno scrittore non basta mandare le proprie opere a una casa editrice o a un agente letterario per ricevere una valutazione o una risposta, perché ne riceverà soltanto silenzio o richieste di denaro. Oggi bisogna passare dai blog e dalle riviste letterarie che gira e rigira sono gestite sempre dalle stesse persone. Illuminante e deprimente.