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Scritti scelti. Frammenti di un percorso politico e intellettuale (1903-1978) - Lelio Basso - copertina
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Scritti scelti. Frammenti di un percorso politico e intellettuale (1903-1978)
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Scritti scelti. Frammenti di un percorso politico e intellettuale (1903-1978) - Lelio Basso - copertina

Descrizione


Il volume presenta aspetti noti e meno noti del lavoro politico e intellettuale di Lelio Basso. Pubblicato nell'anno del centenario della sua nascita, raccoglie gli scritti più evocativi della battaglia quotidiana condotta da Basso al fine di affermare i principi cardine della democrazia. Dai testi selezionati emerge un profilo a tutto tondo della sua militanza intellettuale e politica a favore della libertà e della democrazia. L'ottica tematica prescelta consente di enucleare quei fili di lunga durata che, travalicando le barriere apparentemente insormontabili della lotta politica e snodandosi lungo tutto il Novecento, evidenziano in primo luogo un Basso sostenitore e difensore dei diritti dei cittadini e dei popoli.
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Dettagli

2003
28 novembre 2003
326 p., Brossura
9788843028290
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Indice

Guida alla lettura, di M. Salvati e C. Giorni/ Profilo biografico di Lelio Basso/ 1.L'autopresentazione/La prima tessera socialista (1971)/La mia utopia (1972)/ 2.Libertà e totalitarismo/L'educazione della classe lavoratrice e la Riforma Gentile (1923)/Sulle orme di Marx (1924)/Rivoluzione protestante (1925)/La crisi della democrazia (1925)/Piero Gobetti (1926)/Rosa Luxemburg (1949)/Stalinismo e destalinizzazione (1963)/Perché il fascismo (1976)/ 3.Partito e classe/Il partito, ma in Italia (1933)/La politica dei ceti medi (1944')/Processo alla borghesia (1944')/La classe lavoratrice nella Repubblica Sociale (1945')/Formare dei quadri. I problemi del partito (1945)/I nuovi compiti del partito (1945)/Rifare il partito (1946)/L'aspetto politico dei nuclei aziendali (1946)/I proletari in colletto bianco (1968)/ 4.Costituente e Costituzione/Problemi costituzionali (1946)/Costituzione e Patti Lateranensi (1946)/Relazione sulle libertà civili (1947)/Relazione sui principi dei rapporti politici (1947)/Forze sociali e forme costituzionali (1950)/Tradimento della Costituzione (1951)/L'articolo 40 (1955)/La Corte del controllo (1955)/La giurisdizione dei tribunali militari in tempo di pace (1955)/Un impegno per la Corte (1956)/Cittadini, la Costituzione siete voi (1976)/Il contributo dei socialisti (1978)/Rinnovare l'istituto parlamentare (1978)/ 5.Cittadini e istituzioni/La legge di Pubblica Sicurezza. Difendere la democrazia (1949)/Sulle relazioni tra polizia e magistratura (1952)/Delitti nelle campagne (1955)/La democrazia e gli scandali (1955)/Muro del silenzio (1955)/La giustizia del pretore (1955)/Uno strumento del fascismo (1955)/Il reato di critica (1955)/Gli antenati del Guardasigilli (1955)/Il "sovrano" (1955)/La confessione obbligatoria (1955)/Egidi-Crainquebille (1955)/Fisco e frode (1956)/La legge e l'inganno (1956)/La legge di PS (1956)/Esecuzione sommaria (1956)/Stato di diritto (1956)/Magistratura e garanzia di libertà/Esame di maturità democratica (1957)/Democratici e no (1957)/Magistratura e repressione (1969)/Come sarà la regione' Articolazione democratica del potere (1970)/Quei giorni sull'Amiata (1978)/ 6.Diritti dell'uomo e diritti dei popoli/Impressioni d'Algeria (1963)/La violazione delle libertà in Venezuela (1966)/Perché non si deve fare silenzio sui crimini americani (1972)/Una condanna carica di speranza (1976)/Norimberga dimenticata (1976)/Appello contro la tortura (1976)/La Dichiarazione universale dei diritti dei popoli (1976)/L'offensiva di Carter e i diritti dell'uomo (1977)/Un Tribunale Russell per i paesi dell'Est' (1977)/L'opinione di Lelio Basso sul terrorismo (1978)/Il problema della violenza nello Stato di diritto (1978)/

Voce della critica

Quando di un autore ci si propone di ristampare in forma antologica alcuni scritti che si ritengano più attuali, si corrono grossi rischi dal punto di vista storiografico. Nel separare ciò ch'è vivo da ciò ch'è morto - o tale si ritenga - un'esperienza viene misurata sul presente, e spesso distorta, mutilata, deformata. Anche se l'assunto delle curatrici non persegue l'intento di una ricostruzione a tutto tondo del lungo cammino di Lelio Basso e, anzi, opta per un profilo attualizzante, che ignora il "teorico sistematico", si deve riconoscere che il filo conduttore prescelto, cioè la battaglia per affermare "i principi cardine di una vera vita democratica nel nostro paese e nel mondo", risulta congruo e utile proprio per comprendere i caratteri salienti, le conquiste e le sconfitte di un'appassionata militanza.

Nel panorama del socialismo italiano la figura di Lelio Basso occupa una posizione atipica e per certi versi eccezionale: "L'impegno politico è inseparabile dall'impegno culturale: sono due momenti - affermò in un'intervista del 1972 - inscindibili: se no, non si cambia veramente nulla". Il fascino da lui esercitato su quanti credevano che il socialismo dovesse essere prioritariamente una scelta etica e razionale, in grado di evitare gli opposti rischi di un massimalismo parolaio e di un riformismo arrendevole, dipendevano proprio dal vigore con cui Basso riusciva a inserire nelle effimere manovre delle correnti del Psi negli anni successivi alla crisi del 1956, quando prendeva corpo il primo centrosinistra, i grandi temi che avevano scosso gli animi agli albori del secolo, tra Seconda e Terza internazionale.

Ci tenne sempre Basso ad attenersi alla scientificità delle categorie marxiste e fino all'ultimo citò con orgoglio la data della prima tessera, il 1921. "Ora - confessò in pubblico, appena undici giorni prima delle morte - non appartengo a nessun partito ma sono e mi dichiaro socialista, perché la mia scelta fu meditata". In questa tenace fedeltà c'è qualcosa di paradossale e, forse, di nobilmente anacronistico, da non trascurare se non si vuol fare di Basso un generoso combattente per la democrazia dalle vaghe ascendenze libertarie, o un originale liberalsocialista. Il dramma della sua difficile ricerca, esposta a continue smentite, fu la verificata impossibilità, in tanti tornanti del Novecento, di rispondere alla crisi della democrazia borghese - per lui l'aggettivo era d'obbligo - facendo avanzare un ordine radicalmente alternativo, nel quale soltanto i diritti proclamati avrebbero trovato uno stabile riscontro.

Le sei sezioni in cui l'antologia si partisce documentano bene le fasi e i temi prediletti. All'inizio c'è l'incontro con Piero Gobetti e Rodolfo Mondolfo: un antifascismo che trova nella religiosità della Riforma una delle sue fonti più sicure ed è corroborato da un'intransigenza anzitutto morale. L'ammirazione per Rosa Luxemburg, tradotta e studiata con adesione di discepolo, esalta il rifiuto dell'ossificazione burocratica e rifiuta il settarismo delle élites. Basso, inoltre, insisté a più riprese sull'appoggio determinante che il fascismo ricevette dai grandi gruppi capitalistici. In un opuscolo a firma Spartaco sostenne - nel 1944 - che il dilemma era ancora "fascismo o rivoluzione proletaria, dittature di oligarchie privilegiate o governo dei lavoratori nell'interesse dei lavoratori": quasi una secca replica dell'altro dopoguerra.

Come geniale costituente, Lelio Basso dette poi un contributo memorabile per affermare le libertà civili in termini nuovi e per sospingere le istituzioni repubblicane oltre l'ipocrita formalismo dei bei principi. Il partito fu da lui concepito quale strumento indispensabile per partecipare alla formazione della volontà politica in una democrazia organizzata. Malgrado le persecuzioni subite in epoca stalinista da chi nel Psi fu più realista del re, nonostante la cruda delusione per la breve parabola del Psiup (1964-1972), Basso si mantenne fedele a una sua disciplina, fino a condividere l'opportunità di non addivenire a una rottura irrevocabile con il campo del "socialismo reale". Con il frenetico internazionalismo degli anni settanta, teso all'affermazione dei diritti dei popoli - più che dei diritti fondamentali della persona - Lelio Basso voltò le spalle, con profetico ardore, alle diplomazie asfissianti e alle angustie del dibattito italiano, intuendo l'irrompere, con la nascita di nuovi movimenti, di una dimensione globale.

Fu il suo modo, solitario e coerente, di restare socialista, e rinverdire - un cerchio sembra chiudersi - gli accenti giacobini e classisti di Prometeo Filodemo, lo pseudonimo adottato in gioventù.

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Lelio Basso

1903

Lelio Basso (1903-1978) fu avvocato e politico, membro dell'Assemblea costituente italiana. Giovanissimo si accostò al movimento socialista collaborando con la stampa del partito e con molti fogli democratici tra cui ?Rivoluzione liberale” di Piero Gobetti. Laureatosi in giurisprudenza nel giugno 1925 con una tesi sulla concezione della libertà in Marx, iniziò la sua professione forense senza cessare la sua attività culturale e politica. Durante il fascismo diresse la rivista ?Pietre”. Fu arrestato nel 1928 e assegnato al confino di polizia a Ponza e poi di nuovo incarcerato nel 1939 e nel 1940. Nel 1943 costituì il Mup (Movimento di unità proletaria), che successivamente confluirà nel Psi dando vita a un nuovo Partito socialista...

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