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Scritti di estetica - Hans Georg Gadamer - copertina
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Scritti di estetica

Descrizione


Che cos'è un'opera d'arte? Come definire l'esperienza che ne facciamo? Quali sono le proprietà che rendono l'immagine o la parola capaci di trasmettere senso ed enunciare verità? Hans-Georg Gadamer si misura in questa raccolta di saggi con le domande fondamentali dell'estetica in un confronto serrato con i maestri del passato e con il patrimonio della tradizione occidentale. E non è un caso che sia la dimensione narrativa del mito a fare da sfondo alle riflessioni gadameriane sull'estetica. Il mito, come pure l'opera d'arte, è qualcosa che non ha bisogno di verifiche né di conferme, in quanto ci pone di fronte a una realtà nella quale siamo sempre già coinvolti, di cui facciamo sempre già parte. Ma proprio il lavoro di Gadamer dimostra che questa appartenenza che viene alla luce nel mito e nell'arte, per essere compresa, richiede sempre d'essere ripensata dalla filosofia.
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Dettagli

2022
20 gennaio 2022
168 p., Brossura
9788877261731

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rocco
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Sottomissione e asservimento politico o liberta’? Dalla rappresentazione sovrumana del divino e del bello nell’arte classica si passa a un’arte in cui l’uomo ritrova se stesso e il suo essere nel mondo, dove non si e’ davanti a lei come sudditi e schiavi ma come autentici fruitori del proprio essere. L’ arte fino al secolo diciottesimo non e’ che un riferirsi al classico e solo dall’800 in poi si elevera’ allo stadio di arte umanizzata e non piu’ legata a tematiche teologiche. L’arte di un tempo manifestava il il diritto divino, essa e’ morta per dare spazio a un’arte che mostra le lacerazioni del mondo e dell’anima dell’uomo contemporaneo occidentale.

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Emilio Garroni
Recensioni: 4/5

In Verità e metodo, l'opera con cui nel 1960 l'erme­neutica di Hans-Georg Gadamer si impose come una delle grandi direttrici del pen­siero filosofico contempora­neo, la questione estetica è tanto cruciale quanto proble­matica. Da un lato, infatti, la riflessione sull'universalità e insieme sulla storicità del comprendere prendeva le mos­se, in quella sede, da un'«on­tologia dell'opera d'arte», os­sia da un'indagine sul modo d'essere di certi testi in cui ne va esemplarmente e della comprensione e del suo acca­dere storico. Dall'altro, tutta­via, questa stessa esemplarità - sul cui sfondo soltanto si può persuasivamente sostene­re che «l'estetica deve risol­versi nell'ermeneutica» ­sembrava a Gadamer offusca­ta o deviata dall'esperienza moderna dell'estetico, che a partire dalla svolta critica kan­tiana avrebbe convertito in una fondazione della soggetti­vità comprendente ciò che fin dall'antichità era stato esperi­to come una forma eminente del tramandamento di conte­nuti culturali, o insomma co­me il costituirsi oggettivo dei sensi a cui il soggetto storico è già sempre assegnato. Ne derivava un progetto non privo di difficoltà e non immune da qualche fraintendi­mento: per restituire all'espe­rienza dell'opera d'arte il re­quisito dell'esemplarità, infat­ti, Gadamer era costretto a comprimere l'estetica di Kant nello schema di una filosofia del gusto e del genio facendo­la responsabile del fenomeno moderno della «coscienza estetica». Con una doppia per­dita: da un lato, in termini più generali, la perdita della fe­conda interlocuzione che l'er­meneutica avrebbe potuto atti­vare con la filosofia critica in quanto entrambe interessate al fenomeno della comprensione. Dall'altro, in termini più specifici, la perdita di quegli aspetti della riflessione kantiana sull'opera d'arte che, ad evidenza irriducibili al concetto della «coscienza estetica», avrebbero potuto corroborare e precisare il me­desimo progetto gadameriano di una «risoluzione dell'esteti­ca nell'ermeneutica». Questa premessa è indispensabile per

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Hans Georg Gadamer

Hans-Georg Gadamer (1900-2002), ha studiato filologia classica e filosofia, laureandosi a Marburgo dove ottiene la libera docenza nel 1929, con Martin Heidegger. Ha insegnato a Lipsia, dove dal 1945 al 1947 è stato anche rettore, poi a Francoforte, e infine nel 1949 a Heidelberg, come successore di Karl Jaspers. Tra le sue opere ricordiamo Il problema della coscienza storica (1969), Verità e metodo I e II (1972 e 1996), La dialettica di Hegel (1973), La ragione nell’età della scienza (1982), L’attualità del bello (1986), La persuasività della letteratura (1988), L’inizio della filosofia occidentale (1993), nonché la sua autobiografia Maestri e compagni sul cammino del pensiero (1980).

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