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Una testimonianza non solo del pensiero, ma anche dello stile, dell'atteggiamento mentale di Carlo Rosselli: lucido e costruttivo, oltre che appassionato e volontaristico fino all'utopia.
In questo nuovo volume delle Opere di Carlo Rosselli sono raccolti alcuni dei testi piú rappresentativi del primo periodo dell’esilio. Il carattere preminente che sottende tutta la produzione di questi anni è la tenace determinazione di Rosselli nel propugnare le proprie idee e nel costuire attorno a esse il nucleo di una delle componenti piú vive dell’antifascismo, oltre che della cultura e della vita civile italiana della prima metà di questo secolo: «Giustizia e Libertà». Dagli scritti programmatici alle polemiche che agitavano il piccolo mondo degli esuli «parigini»; dalle analisi sulla storia italiana recente (contenute nel lungo saggio sulla vita di Turati), a quelle sull’economia e sulla politica internazionale, Rosselli applica ad ogni argomento la sua penetrante intelligenza critica, riuscendo a superare le divisioni e i settarismi che caratterizzarono l’opposizione antifascista negli anni del consolidamento del regime. Impressionanti quanto desolate sono le considerazioni sull’avvento del nazismo in Germania e sul significato che questo, per Rosselli, assumeva: l’inevitabilità della guerra. Quella guerra che da ogni parte in Europa si cercava di esorcizzare e che era invece per lui una prospettiva certa, da contrastare, da prevenire con l’azione rivoluzionaria. Su questo come su altri temi Rosselli discuteva con passione e accanimento con le maggiori figure dei fuoriusciti – Amendola, Treves, Nenni – evitando irrigidimenti ideologici e invettive, e cercando sempre l’argomentazione concreta. Questo libro vuole dare testimonianza non solo del pensiero, ma anche dello stile, dell’atteggiamento mentale di Carlo Rosselli: lucido e costruttivo, oltre che appassionato e – come avrebbe detto lui stesso – volontaristico fino all’utopia.
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