Scassata dentro. Con CD Audio

Ottimo lavoro, un vero maestro, padronanza assoluta del linguaggio, originale attualizzazione dell'esperienza poetica nella tradizione della poesia sonora. Volendo identificare riferimenti culturali alle tematiche descritte e ai contesti filosofici implicati, più che De Sade e Nietzsche, direi Bataille, Beckett, Ballard, Derrida. Nella versione sonora una buona metà dei contributi musicali sono eccellenti. Particolarmente consigliato a chi vuole scoprire nuove forme del fare e pensare la poesia.

Un vento catodico, distopico, pare giungere dal nulla. Crepitare parole spinte in cima a scrimoli abissali. Là dove in loro compagnia il rimatore ascolta, ebbro orfano di Verbo, mondi oscuri eppure iridescenti. Refoli recapitati, innominabili riflessi di quel soffio gelido venuto per niente. Segnali intercettati, per secoli sommersi nella vuota alterità, ora inondano il campo di forza della vita. Il luogo comune del comune sentire. Il poeta non avversa, nulla osta, né ripara dal flusso elettrico, criogeno, che dilaga nell’imbuto percettivo. Porta voce. Sonda il brusio inorganico dell'esserci. E se la perdita d'aureola rappresentava l’apice della parabola avviata in dolce stil novo, ora immemore di quello splendore il poeta tocca il fondo della curva. Per altro, in ammenda a quella privazione di gloria e nobiltà, cominciava tuttavia l’eccitante e irresistibile discesa. Se da quella sommità scorgeva tutta una galassia opalescente di nuove extrêmes frissons, scassata dentro invece si ritrova oggi la coscienza (sua?). Epilogo di una parabola a mala pena tramite di versi, improvvidi di svolta epocale alcuna. Nell'attesa, il cantore testimonia il sedimento più ordinario della vita quotidiana: la phoné. Frangente di voce, scarto in cui il senso, ri-flesso sulla metafora viva della carne cibernetica, concede al tempo 'sospeso' l'opportunità di sperimentare un rapporto occasionale, extra-ordinario, col linguaggio. Fortuito amplesso in versi consuonanti tra perizia della tecnica poetica e specialità in fama di prostituzione. Non più lubrica prevaricazione, ma sorta d'abuso ricercato, piega consenziente del corpo fonico, residuo, borra, rifiuto, scoria di metabolismo tra linguaggio e realtà. La poesia, dunque, in perfetta concordanza con l’altra da sè. Disalienata alterità che pulsa, batte nel cuore wireless del poeta. Non più estranea per la bassezza presunta di un antico disonore, ma a tutti gli effetti complice di un piano segreto. Un complotto ordito “contro, in nome, a favore” dell'umana umanità. Troppo umana umanità.

Umanità alienata, orizzonti metropolitani, televisione, squallori notturni, algido lirismo, per un libro poetico dall’impatto forte, riflessivo, disturbante, a tratti, e sin dal titolo, scabroso. Una sintesi estetica, che mette un punto provvisorio ad una lunga esperienza artistica e al contempo rimanda a nuove prospettive. Il volume si affianca all'efficace ascolto del cd, in cui Mansueto e La Zona Braille mescolano fascinazioni post rock, progressioni dilatate ed elettronica colta, strutturando una contaminazione perfettamente riuscita. Philip Dick che incontra Carmelo Bene durante una cena con J. G. Ballard.