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Questo non è un libro perfetto, tutt’altro: i difetti sono parecchi, a cominciare dalla mole di pagine che in certi punti appesantisce parecchio la lettura. Io ne avrei tolte tranquillamente un centinaio, se non di più, e sono sicura che tutto sarebbe scivolato via in maniera meno faticosa. Non mi sono affezionata a nessun personaggio, troppo ansiosi, troppo paranoici, perfino nauseanti a volte, e con delle vicende spesso eccessive, eppure sono descritti in maniera abbastanza approfondita, quindi probabilmente il non averli amati è un problema mio. Poi c’è il fattore scoppio ritardato: ci si appassiona alle storie e si desidera sapere che fine faranno quei personaggi sempre sull’orlo dell’esaurimento solamente dopo un’abbondanza di pagine esagerata e, tenendo conto che il libro di pagine ne ha 577, bisogna tenere duro per almeno un 300 pagine. Che non sono 300 pagine noiose eh, per carità. Però sono meno coinvolgenti della parte finale del romanzo. Personalmente l’interesse mi si è sbloccato grazie al capitolo sul viaggio in India, e da lì per fortuna è stato un crescendo di attenzione ed empatia con i personaggi, fino alle ultime pagine dove ho trovato quell’atmosfera di tristezza, disperazione e crudezza che per me rendono grandi una storia. In definitiva, mi aspettavo di più, ma lo consiglierei comunque.

Capolavoro. Ritmo a 180 bpm. Divertente, caustico, amaro. Anche quando non parla di niente parla eccome. Perle ai porci.

Libro bellissimo e imperdibile.Le vicende di tre personaggi alle prese con gli sprechi materiali e non della società attuale.Amaro e ironico al tempo stesso,scritto con uno stile molto piacevole.Lo consiglio vivamente.