Satelliti della morte

Piatto, piattissimo. Non mi vengono in mente altri aggettivi per descrivere questo thriller con una trama che avrebbe anche potuto sembrare intrigante ma sviluppata malissimo, con colpi di scena forzatissimi e un protagonista così scialbo da risultare inutile nonché antipatico. Terminato con grande sforzo ma nemmeno il finale (peraltro facilmente prevedibile...) ha risollevato il tutto. Bocciatissimo.

La trama potrebbe essere anche originale, i personaggi e i dialoghi sono costruiti con attenzione fino a culminare nei presunti colpi di scena delle ultime pagine. Se ne rintracciano almeno tre tentativi che però mi sono sembrati sia forzati che scontati. Nel complesso ho trovato il libro poco appassionante ed ho faticato a finirlo.

Avevo già letto, di recente, due libri di Staalesen: a "Tuo fino alla morte" avevo assegnato il voto 1, mentre a "La donna nel frigo" il voto 5. Questo terzo e, finora, ultimo libro tradotto in italiano è sicuramente in linea con "La donna nel frigo", anzi, sarebbe probabilmente migliore addirittura se, dopo un'ottima costruzione narrativa mantenuta fin verso le ultime pagine, proprio il finale lasciasse a desiderare in quanto, a parte una certa prevedibilità nell'individuare il "colpevole", è troppo breve in relazione al groviglio e all'intreccio delle varie situazioni descritte nelle parti precedenti. Sembra quasi che l'autore avesse fretta di chiudere il romanzo ma, purtroppo, senza fornire adeguate risposte a tutte le domande che fossero rimaste in sospeso durante lo sviluppo del racconto. Resta, a parte questo, pur se non di poco conto in un noir, una buona capacità di scittura, sintetica e asciutta, lontana parente di quanto mostrato in "Tuo fino alla morte". In sintesi: potrebbe essere un 5 ma il finale deludente ne abbassa la valutazione.