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San Ticone - Hermann Usener - copertina
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Descrizione


Lo studio sulla Leggenda di san Ticone - che, secondo le poche notizie in nostro possesso, fu vescovo di Cipro e feroce avversario dei culti pagani verso la fine del IV secolo - costituisce, dopo l'indagine su santa Pelagia di Gerusalemme, la seconda e più matura prova degli interessi per l'agiografia del grande ed eclettico filologo e storico della religione classica Hermann Usener. Seguendo i dettami e gli influssi del trend storico religioso coevo, il personaggio di Ticone viene ricollegato alla figura di una divinità pagana dal carattere agreste e connessa ai riti di rigenerazione e fertilità. Si tratta di un'interpretazione ardita e stimolante, in un'indagine condotta con maestria filologica, che, sebbene non tutte le tesi proposte in questo saggio possano essere accolte, contribuisce non di meno a gettar luce sui legami, a volte evidenti, altre volte più oscuri, tra l'antica religione greca e il nuovo culto cristiano, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti più popolareggianti e la persistenza di pratiche folkloriche. Il saggio è qui presentato per la prima volta in traduzione italiana, con un'Introduzione di Ilaria Sforza che ne mette puntualmente in luce le caratteristiche di novità.
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Dettagli

2007
19 settembre 2007
184 p., Brossura
9788837222000

Voce della critica

Tra gli studi del filosofo e storico della religione classica Hermann Usener, che sono stati oggetto di recenti lavori, quello pubblicato da Ilaria Sforza vuole rivalutare l'ultimo, San Ticone, già pubblicato postumo nel 1907. San Ticone, vescovo di Cipro del IV secolo e avversario dei culti pagani, è messo in collegamento dallo studioso tedesco con una divinità pagana minore dal carattere agreste e legata alla fertilità. L'interpretazione, audace per il panorama culturale degli inizi del Novecento, fa emergere gli aspetti folkloristici del culto cristiano legato a un santo entro un'ipotesi di continuità di pratiche che deve essere letta alla luce della ricerca più generale di una continuità espressiva tra paganesimo e cristianesimo. Essa costituì uno dei filoni conduttori delle indagini di Usener: l'ipotesi di partenza, al tempo non scontata e, in effetti, non accolta pacificamente dagli ambienti culturali, era che il cristianesimo fosse andato affermandosi progressivamente, mantenendo reminiscenze e sopravvivenze pagane. Il rigore filologico, la profondità di analisi dei testi, l'abilità a orientarsi tra fonti scritte letterarie e documentarie, l'archeologia e l'osservazione diretta della prassi liturgica, l'acutezza della ricerca linguistica, letteraria e storico-religiosa rendono l'opera di Usener un modello di indagine valido ancora oggi. L'inquadramento fornito dall'introduzione, breve ma ricca di particolari, è fondamentale per avere informazioni relative alla genesi dell'opera, al suo posizionamento all'interno della biografia dell'autore e al dibattito accademico del tempo, molto acceso per quanto concerneva sia i contenuti (gli studi sul cristianesimo, sulla santità, sui martiri), sia i metodi (la scuola comparatista e quella antropologica). Usener apriva la strada, cent'anni fa, agli studi sul mito e sul rito, sulla magia e la religione, ripresi successivamente da parte della Religionsgeschichtliche Schule: la sua figura, superando le critiche aspre degli studiosi contemporanei, sarebbe stata presto riabilitata, come si evince dagli ultimi paragrafi dell'introduzione. Mariachiara Giorda

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