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Salva con nome - Antonella Anedda - copertina

Descrizione


Dai labirinti sotterranei di una memoria legata a un passato anche remoto, o addirittura pre-natale, affiorano brandelli di messaggi, volti e nomi di figure parentali, eventi di presenze ormai inghiottite dal tempo e dai paesaggi che li videro agire e soffrire, nella irredimibile solitudine dei loro destini. Antonella Anedda in "Salva con nome" ci conduce, con fermezza di voce asciutta e tagliente - cucendo con pazienza le proprie parole, come su un ramo il comporsi delle foglie - in una dimensione inquieta tra l'atemporale e l'onirico, dove le immagini si affacciano, quasi spettrali, pronte a dissolversi a contatto con l'aria. Solo il nome, solo la forza della parola riesce a salvarle: una parola, peraltro, sempre fortemente radicata nelle cose, nella realtà, nell'origine, come vediamo anche dall'uso, pur molto controllato, della lingua sarda. Una realtà che riesce a evidenziarsi attraverso i numerosi frammenti sparsi di una minuta quotidianità domestica, dai particolari di una condizione di precarietà ineludibile dove l'idea della morte - o la sua presenza condotta dal ricordo o dall'ansia - coesiste stabilmente, compenetrata nelle cose e negli esseri su cui gli occhi della poesia vengono a posarsi.
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Dettagli

2012
27 marzo 2012
119 p., Brossura
9788804617631

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alida airaghi
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Un libro composto di versi,brevi prose e fotografie. Foto in bianco e nero:vecchi ritratti di familiari,cornici vuote,abitazioni diroccate,scale di legno,vasche da bagno.Immagini allusive e inquietanti,come quelle che riproducono le forbicine da unghie su un lenzuolo,o l'ago infilzato in una pence. L'idea del taglio,della cesura fredda,del troncamento reciso,quindi della separazione netta e crudele,ripercorre costante tutta la raccolta.Quasi uno strumento di autocontrollo,di vivisezione e analitica severità:"Servono aghi e forbici.Serve precisione." E a questo bisogno(o timore)di disciplinata spietatezza fa da contraltare un'atmosfera pervasiva di vapori sospesi,di sogni fluttuanti,di nuvole e soffi d'aria.Il fenomeno meteorologico più descritto è infatti il vento,il colore più diffuso il bianco (negli esterni e negli interni impersonali:bagni,cucine,tavoli: "Impara la solitudine tra le mattonelle del bagno./Il silenzio è uno smalto"). Appunto il silenzio,proprio come impossibilità di comunicare,minaccia di morte,sacrificio,aleggia imperturbato ma anche salvifico tra questi versi.E fa paura,spaventa,allontana da tutte le presenze avvertite cone pericolo: "Siamo motali,mortalmente spaventati/tremiamo come volpi e cani". Il lettore scopre continui rimandi di senso,richiami di parvenze appartenenti alla memoria,a un passato ingombrante e ancora incombente,a incubi ricorrenti di morte,violenza e vendette. Ma è come se l'autrice pretendesse dalla sua scrittura una riscoperta di significato a cui aggrapparsi,a cui chiedere una verità definitiva. Allora torna al paesaggio e alla lingua di una sua Sardegna ancestrale,torna a ricordi mai archiviati di un'infanzia turbata,nell'accettazione di un'eredità di sentimenti ricattanti,da cui si vorrebbe liberare e in cui tuttavia riconoscersi. Alla poesia quindi demanda il dovere di aiutare la vita a sopportarsi,a consolarsi,a illuminarsi: "Benvenute luci./Scrostate piano la notte./Costruite il mattino. Ecco acqua distenditi".

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Antonella Anedda

1958, Roma

Antonella Anedda, nata a Roma nel 1958, si è laureata in storia dell’arte moderna ed ora insegna lingua francese presso la Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Arezzo.È autrice di Residenze invernali (Crocetti Editore, Milano, 1992), Notti di pace occidentale (Donzelli editore, Roma, 1999) – che si è aggiudicata nel 2000 il Premio Montale – e Il catalogo della gioia (Donzelli editore, Roma, 2003).Il resto della sua produzione è costituito non solo dal volume di traduzioni e variazioni Nomi distanti (Edizioni Empirìa, Roma, 1998), ma anche da tre raccolte di saggi o prose liriche: Cosa sono gli anni (Fazi Editore, Roma, 1997), La luce delle cose. Immagini e parole nella notte (Feltrinelli, Milano, 2000)...

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