Il sale dell'oblio

Yasmina Khadra ci fa conoscere un giovane uomo, Adem Näit-Gacem, chi dopo avere vissuto una esperienza dolorosa e traumatica, decide di abbandonare il suo lavoro da maestro, la sua casa, la sua terra, i suoi averi e d'intraprendere  un vagabondaggio (senza meta ne tempo definiti) attraverso la sua terra Algeria; un paese vittima da anni di rivoluzioni, di colpi di stato, di lotte per la liberazione dalle sue oppressioni. Un vagabondare concreto e doloroso, dove tocca con mano il peggiore di sé, il desiderio di evadere bevendo alcool fino a perdersi.  Un doloroso percorso interiore che lo porta a un annullamento, a non volere più vivere, a non condividere nulla con nessuno. In questo suo camminare, trova un insieme di uomini, viandanti, particolari che con gentilezza e accoglienza tentano di ospitarlo, di sfamarlo, di consigliarlo. Incontri umani, generosi,  intrisi di valori, saggezza e affetto. Ma anche incontri con il peggio degli uomini, con un altro sé, autodistruttivi. Un romanzo ricco di dialoghi profondi, saggi, intelligenti, filosofici! Una oda alla amicizia. Il romanzo è interessante senza eccellere nei contenuti né nella forma. Affascinante, innovativo, realistico! Un finale affrettato!

Algeria, anni di rivoluzioni, di colpi di stato, di liberazione dalle oppressioni. Ma le vere oppressioni sono dentro di noi, ogni istante, ogni giorno che affrontiamo questa vita. In questo libro si toccano temi molto semplici all'apparenza, in realtà possono portare a conoscere parti di noi che non pensavamo esistessero. Quando il dolore è cosi forte non c'è ceto sociale, cultura che possa placare quest'ira. Ma chi siamo quindi noi???

Il libro è interessante senza eccellere nei contenuti né nella forma. Le ultime pagine rimettono in discussione tutto. Alcune parti però sono affascinanti, ben scritte e argomentate.