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Saggi sul Puer - James Hillman - copertina
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Saggi sul Puer - James Hillman - copertina

Descrizione


Secondo Hillman, tutti i nostri comportamenti psicologici hanno una corrispondenza con un modello archetipico. La nostra vita segue figure mitiche: noi pensiamo, sentiamo, agiamo soltanto come ci è consentito da modelli primari costituiti nel mondo immaginale. L’archetipo del Puer – con le sue caratteristiche di vulnerabilità, incapacità di entrare nel tempo, amoralità e autodistruttività – è quella struttura di coscienza che rifiuta e combatte il Senex – il tempo, il lavoro, l’ordine, la continuità – e che consente di affondare lo sguardo in una delle componenti più profonde della realtà psichica.
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Dettagli

2021
14 ottobre 2021
Libro universitario
236 p., Brossura
9788832853650

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luciano
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Un viaggio fra gli archetipi.

Il Puer come figura archetipica, la relazione Puer-Senex, Puer-psiche, Puer- Grande-Madre. Secondo la psicologia analitica junghiana. Scrive l'autore: "La prima e classica descrizione junghiana della figura archetipica del Puer Aeternus è: la componente eternamente giovanile di ogni psiche umana, uomo o donna, vecchio o giovane, che è eternamente girovaga, eternamente piena di desiderio e in definitiva profondamente legata alla madre archetepica". L'autore sottolinea che si discosta da questa descrizione e scrive: "Sistemare tutta la fenomenologia spirituale del motivo del Puer Aeternum presso l'archetipo della madre è materialismo psicologico: una concezione che attribuisce lo spirito a un'appendice della materia materna". Non nascondo che ho incontrato difficoltà nella lettura; ho trovato interessante e coinvolgente il capitolo "Le ferite del Puer e le cicatrici di Ulisse".

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Mauro Lanari
Recensioni: 2/5

Nel secondo saggio di "Puer aeternus" Hillman tratteggia il puer con "la vocazione [chiamata o destino] alla trascendenza", "all'unilateralità della direzione verticale", "a raggiungere la [...] perfezione" senza "adattamenti al mondo orizzontale dell'accademia, della scienza o della clinica: le pubblicazioni, l'iscrizione all'albo, la pratica avviata, il riconoscimento dei colleghi, il matrimonio e il figlio, [...] finché, prima dei quarant'anni, siamo già diventati indistinguibili dalle strutture che il nostro aspetto puer ha il compito di trascendere" (p. 103). "L'aspetto puer [...] sta nella 'ricerca' – la 'dynamis' degli eterni 'perché' del bambino, la 'quest', o la contestazione, i tentativi, l'avventurarsi - [...]. Ogni cosa è incerta, provvisoria, da mettere in discussione" (pp. 104-5). Quest'archetipo sarebbe dunque contrassegnato dalla brama d'oltrepassare tutti i limiti umani e cosmici: la temporalità, l'attesa, la pazienza, il lavoro, l'impegno, il sacrificio (cf. pp. 97-8, 107-8), e la doppia antinomia identitaria, sia quella della differenza tra i generi sessuali in nome d'uno 'status' angelicato (cf. p. 100), sia quella della scissione conflittuale tra le generazioni grazie al (meta)archetipo del puer-senex, che eliminerebbe il distinguo col senex stesso. Così ogni dualismo verrebbe risolto e dissolto nell'"unione degli [opposti] uguali" (p. 120). L'anarchia e il caos s'integrerebbero, completerebbero, fonderebbero con l'ordine e la legge, l'eternità con la processualità, l'immaginario col concreto in un equilibrio dinamico (cf. pp. 116, 123, 125). Ma allora non si spiega perché il titolo del volumetto indichi una sola delle quattro polarità identitarie, errore ripetuto in questo successivo "Saggi sul Puer". E, soprattutto, così come per Ernst Bloch, anche per Hillman il trascendere significa considerare fondamentale soltanto l'altro e non l'oltre, l'alterità e non l'ulteriorità, il superare la quaterna identitaria in una sua sintesi e non in un al di là pure rispetto a tale stessa sintesi.

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James Hillman

1926, Atlantic City

La sua attività pubblica abbraccia un periodo di trentacinque anni, dal 1960 al 1995. Dal 1952 al 1953 ha vissuto in India. Poi a Zurigo, divenendo allievo di Jung.  Subito dopo la laurea al Trinity College di Dublino, aveva iniziato a portare avanti terapie di impronta junghiana già nel 1959, quando è stato nominato Director of Studies del C. G. Jung Institute, dove è rimasto sino al 1969, quando abbandona per una profonda crisi che gli fa rivedere interamente il modo di fare terapia. Nel frattempo nel 1960 aveva pubblicato a Londra il suo primo best-seller scientifico "Emotion: a comprehensive phenomenology of Theories and Their Meanings for Therapy". Nel 1970, diventato direttore delle Spring Pubblications ha lanciato una nuova scuola di indirizzo junghiano...

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