Rubber flesh. Ediz. integrale

Solito Martin. Un cyberpunk con un personaggio alla Bourne che deve costantemente difendersi in salsa hardcore. Originale. Disturbante ma critica vari aspetti tecnologici e biomedici, nonché il loro impatto sulla società.

Rubber Flesh (pubblicato in Spagna nel 1993) ha più di un punto di raccordo con il coevo "Brian the Brain" a partire dal cameo del più celebre personaggio di M.A.Martin all’interno della storia. Se il fumetto di Brian indagava i possibili orrori derivanti dalle sperimentazioni selvagge delle multinazionali della genetica, Rubber Flesh va ad analizzare i possibili sviluppi della cibernetica, dell’interazione diretta mind-machine tramite l’uso di “chip neurali” passati nel corso del tempo dalle anticipazioni del cyberpunk negli anni ’80 al discorso dell’attuale “complottismo di massa”, che fa di questi elementi uno dei punti delle loro battaglie. L' obiettivo di Martin è sempre quello di non lasciare indifferente, un risultato possibile anche grazie al contrasto tra la grande quantità di violenza insita nella storia e la rigorosità visiva con cui prende vita, in particolare l’eleganza del tratto e lo stile cartooning applicati a una griglia regolare. Brutale, asettico e disturbante: così si presenta questo fumetto anche a distanza di venticinque anni dalla sua pubblicazione originaria in patria. Le tematiche trattate risultano ancora attuali e perfettamente calate nella nostra società – la volontà di creare una realtà virtuale che alieni ulteriormente la gente è solo uno degli aspetti che l’autore aveva anticipato – a rimarcare la visionarietà di questo grande fumettista.