Rosaura alle dieci

Un’analisi dei fatti e un’indagine a sfondo psicologico che si costruiscono attraverso i punti di vista dei vari protagonisti. Ad ogni capitolo i contorni della vicenda si delineano ma non per linea retta: ogni diversa voce li distorce e li arricchisce. L’immagine di Camilo è quella che, pur dalle diverse prospettive, mantiene una certa coerenza di fondo all’interno della progressione della storia. Non c’è nulla di nuovo in questa struttura e nulla che non funzioni veramente. Il problema è mio che sono ancora bloccata in una sorta di sindrome di Stendhal per “La fine è nota”, di Holiday Hall, e difronte a questo, Denevi ha potuto ben poco. Diversamente lo avrei apprezzato di più.

con la tipica scrittura sudamericana Denevi racconta la vicenda vista dai vari punti di vista dei protagonisti. lodevole la nuova edizione a prezzo contenuto di Sellerio. l'idea di ripubblicare libri con edizione molto bella e con prezzo contenuto trova tutto il mio plauso

Rosaura, alle dieci, bussa alla porta della Pensione La Madrilena, in Calle Rioja, nel vecchio Barrio del Once a Buenos Aires, in cerca del suo (?) Camilo. La variopinta tribù alloggiata la accoglie con entusiasmo, come “una di casa” e la invita (e costringe) a restare in casa. E Camilo? Come mai non è altrettanto entusiasta? Non ci troviamo di fronte ad un giallo “classico” ma le five W (what, when, where, why, who) ci possono dare delle indicazioni: CHE COSA, DOVE, QUANDO sono certi; il PERCHE’ ha delle ragioni ma è il CHI che ci riempie di dubbi. Qualche mese dopo avviene il FATTO delittuoso. Ma… chi è Rosaura? Esiste davvero? Questo l’antefatto. Così ci si addentra in quest’opera affascinante e misteriosa. Attraverso le dichiarazioni rese alla polizia da parte dei personaggi coinvolti nella vicenda si cerca di (ri)costruire una vita ed una storia (d’amore?). Come spesso accade, ognuno di loro avrà visto/vissuto la vicenda in maniera del tutto personale. E proprio il “vedere” sarà, in un romanzo che parla di un (quasi) pittore vigliacco e pieno di risentimento verso il mondo e della sua voglia di riprodurre/falsificare l’immagine e la realtà, la chiave di volta che ci porterà, fino all’ultima pagina, a dubitare di ciò che abbiamo conosciuto fino a quel momento. Ed alla fine, avremo chiarito realmente… tutto? Pubblicato nel 1955 è stato il maggior successo dello scrittore argentino, che non è riuscito a ripetere lo stesso exploit con i lavori successivi. Romanzo che ti tiene fino alla fine e che lo scrittore argentino conduce con mano ferma e scrittura intensa. Da cinemaniaco, mi ha ricordato l’andamento da ricostruzione di RASHOMON di Akira Kurosawa.