Romanzi per il macero

Ma forse questa, a prima vista, è l’unica nota democratica del settore editoria: infatti ben vengano infinite case editrici che pubblicano infiniti autori (esclusi, quasi ovvio, ma non del tutto, perché escludendo simili categorie dovremmo escludere buona parte della narrativa fin qui conosciuta) i mitomani, gli amorali e quelli che proprio non conoscono l’italiano (anche se per questi la nostra autrice ci racconta che esiste invece un filone ben vendibile), perché solo pubblicando il più possibile il pubblico, l’unico vero giudice che decreta il successo o meno di un libro, sarebbe al più presto raggiunto, risparmiando sugli esperti che “costruiscono” tendenze a tavolino e mandano alle stampe esclusivamente quello che a loro “parziale” giudizio ritengono valido. Ultima nota positiva: il libro, sicuramente per gli “addetti ai lavori”, ma vista la chiarezza della scrittura credo possa valere un po’ per tutti, si legge tutto d’un fiato.