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Recensioni Rive Gauche. Arte, passione e rinascita a Parigi 1940-1950

Recensioni: 3/5

La Sorbona, Les Deux Magots, il Café de Flore, l'Hôtel La Louisiane: sono luoghi avvolti da un alone leggendario, come tutta l'area di Parigi in cui sorgono, la mitica Rive gauche. Qui, tra gli anni Quaranta e Cinquanta, artisti e intellettuali straordinari hanno creato, combattuto, amato, vissuto; hanno assistito agli orrori della guerra e partecipato con entusiasmo alla rinascita della città. Dall'esistenzialismo al teatro dell'assurdo, dal jazz alle chansons, fino alla ricerca di una terza via in politica e al femminismo militante: gustoso e arguto, come lo ha definito Julian Barnes, Rive gauche è un viaggio letterario al cuore di un'epoca eccezionale attraverso le vite di chi l'ha resa indimenticabile.

«Poirier ha ricostruito la Storia con grande maestria: in questa passeggiata tra gli arrondissement, si ha davvero la sensazione di spiare i protagonisti dal buco della serratura, di ammirare i luoghi che li ospitarono, di ritrovare persone da tempo scomparse»The New York Times

«Una magnifica ripresa di un’epoca affascinante. La Parigi artistica e intellettuale degli anni Quaranta rivive in modo intenso e memorabile in queste pagine. Rive gauche è straordinario». - William Boyd

Culla della fervente bohème del primo dopoguerra, alla fine degli anni Trenta Parigi è una città in attesa. Il presentimento della catastrofe pervade le lettere che Beckett manda a Dublino, appesantisce le anonime casse di legno in cui il direttore Jaujard fa nascondere i capolavori del Louvre, grava sulla scelta di Picasso di trasferirsi a Royan. È da qui, dall'angoscia di quei giorni, che Agnès Poirier sceglie di iniziare, perché per comprendere l'euforia della rinascita bisogna prima raccontare il dolore che la precedette. La Parigi degli anni Quaranta, infatti, è stata anche la Parigi occupata e straziata, percorsa da profonde cicatrici: proprio come l'architettura della città, quegli eventi hanno influenzato per sempre il modo di pensare e agire di chi li ha vissuti. Per i personaggi, tra i piú illuminati del tempo, che per nascita, caso o necessità si ritrovano nella Ville Lumière, la guerra è anche sprone alla riflessione e alla creazione. L'iconica Rive gauche fa da sfondo alla tenace vivacità culturale del periodo con i suoi tanti luoghi emblematici. Il Café de Flore e Les Deux Magots, spazi frequentati per bere, discutere, fumare, lavorare da protagonisti dell'epoca come Sartre e Camus; l'Hôtel La Louisiane, con le sue grandi camere rotonde, in cui elessero dimora anche Simone de Beauvoir e Juliette Gréco; il numero 5 della Rue Saint-Benoît, casa di Duras e simbolo dell'impegno della sinistra intellettuale; la monumentale Sorbona, la piú importante istituzione del sapere francese frequentata da studenti internazionali come Mailer e Seaver; Le Tabou, il jazz club seminterrato dove un irriverente Vian suonava la tromba. Molti di questi edifici esistono ancora, e mantengono piú o meno intatta l'aura magica di quel periodo.

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