La ricerca interiore. Psicologia e religione

Fra i tant'o troppi concetti junghiani e parajunghiani che Hillman ripet'in questo suo brev'e denso libro, forse l'unica novità consiste nell'aver sfruttato l'invito postconciliare a conferenze di "counseling" press'una scuola teologica del New England e a sacerdoti del Midwest (p. 135) com'occasione di raffronto coll'emblema fondant'il Cristianesimo: la croce. Alle pp. 38-9 e 112 l'autore la chiama "la croce dell'amore" e ne sonda la ricchezza simbolica: il pal'orizzontal'e quello verticale, il "patibulum" e lo "stipes", designerebbero la categoria intersessuale infragenerazional'e l'intergenerazionale infrasessuale. Quest'ultima non viene mai trattata, sebbene nello stesso periodo Hillman teorizzasse, scrivess'e publicass'il suo paio di testi su puer e senex. Qui invece l'attenzione è tutta focalizzata sul maschile/Animus e il femminile/Anima dentr'e fuori ciascuno di noi. Non vengono menzionat'i corrispettivi archètipi ebraicocristiani, Adamo ed Eva, e i due pali sono letti come l'asse verticale dell'introspezione, dell'egoismo e dell'amor proprio, passivo, quietista, oriental-buddhista, e come l'ass'orizzontale dell'estroversione, dell'altruismo e dell'amore per il prossimo, attivo, occidental-cristiano. La psicoterapia avrebb'il còmpito d'equilibrare queste due dimensioni del rapporto con sé e con gl'altri, ottimizzando la relazione sia intrapersonale ch'interpersonale. Così facendo, però, non solo si perde il suddett'ulteriore valore simbolico dello "stipes" quale rinvio alla problematica intergenerazionale puer-senex, m'addirittura l'obiettivo curativo dell'equilibrio o della sommatoria fra quest'archètipi (a es. l'androgino, l'ermafrodita, il Rebis) divent'identico a una croce perfezionata, ch'esclud'ambizioni più elevate com'il loro superamento, oltrepassamento, scavalcamento per un'ulteriorità che li trascenderebbe superadditivamente. Ernst Bloch ha indagato l'ipotesi d'un emergentismo sizigiale: meglio di Hillman ma non ancor'abbastanza.