Riccardo II

Gesti di grazia s'arrestano in questo libro di Shakespeare, a mezz'aria, all'orlo della loro caduta. Dolore straziante e castigo di ogni voce, isolata, eppure fluente nelle sue alture. Certamente nessuna tragedia, di Shakespeare o di altri, era ancora o fu così perfettamente ignorata, assente dal fondo del degli animi e dall'involucro delle parole. Il Riccardo II è questa meravigliosa coscienza del nodo della tragedia umana, della reciprocità e in simultanea e degli elementi che la compongono; il flusso e il destino ad allegare così fortemente le anime. I fatti non hanno che una triste funzione mediale, ovvero che la bellezza sola può porre un sigillo alla parola e alla sua azione. Di una sola cosa sono sicuro, che Riccardo II è l'inconfondibile pausa che denuncia le prime grandi esperienze dell'animo umano, è come sentirsi defluire dentro un volto di sangue di 3000 soldati. Non meno forse è meglio degli stessi Sonetti, la caduta di Riccardo II testimonia quella noche obscura di Shakespeare, di quel passaggio forzato dell'esistenza umana attraverso la violenza morale dal quale, vivo o morto, non può uscire che l'uomo nuovo. È assolutamente un libro da leggere.